San Martino patrono di Besnate

San Martino è il patrono di Besnate e la sua effigie compare sulla facciata della Chiesa parrocchiale. Mai come in questi giorni di caldo autunnale la leggenda del Santo pare veritiera ed affondare le proprie origini nella realtà. L’autunno e l’inverno portano atmosfere da leggenda che potremmo festeggiare. Una delle giornate in questione è l’11 novembre:
San Martino, che con la sua estate rappresenta il vero inizio del periodo natalizio. Pur essendo morto l...

San Martino è il patrono di Besnate e la sua effigie compare sulla facciata della Chiesa parrocchiale. Mai come in questi giorni di caldo autunnale la leggenda del Santo pare veritiera ed affondare le proprie origini nella realtà.

L’autunno e l’inverno portano atmosfere da leggenda che potremmo festeggiare. Una delle giornate in questione è l’11 novembre: San Martino, che con la sua estate rappresenta il vero inizio del periodo natalizio. Pur essendo morto l’8 novembre, San Martino viene ricordato il giorno in cui la sua salma venne tumulata, l’11 novembre, appunto. “L’estate di San Martino: tre giorni e un pocolino” recita un famoso proverbio. Sono questi 3 giorni e mezzo di clima quasi estivo, i giorni in cui si apre il vino novello e finiscono simbolicamente le attività agricole.

La leggenda

Martino, figlio di un tribuno romano, nacque a Sabaria, in Pannonia (ai confini dell’Ungheria con l’Austria), fra il 315 e 317 d.C. Suo padre gli diede il nome di Martino in onore di Marte, il dio della guerra. Fu educato nella città di Pavia, dove passò la sua infanzia fino all’arruolamento nella guardia imperiale, all’età di quindici anni. La legge romana lo obbligava a entrare nell’ esercito come suo padre, così, malgrado fosse un tipo molto pacifico, dovette diventare soldato. Quando era ancora soldato, in una grigia giornata d’autunno, mentre usciva da una delle porte della città francese di Amiens, dove viveva, Martino vide un povero vecchio, mezzo nudo e tremante per il freddo. Preso da pietà sguainò la spada, tagliò il suo bel mantello di lana e ne diede la metà al povero per coprirsi e scaldarsi. Subito il sole spuntò nel cielo proprio come in una calda giornata estiva. Per questo si chiama “estate di S. Martino” quel periodo agli inizi di novembre in cui spesso la temperatura è più mite. Nel 1928 il Cardinale Eugenio Tosi invitava il parroco di Besnate a dare inizio alle pratiche necessarie per la realizzazione della facciata e per l’ampliamento della chiesa, che risultava insufficiente rispetto alle necessità del paese, nel quale qualche anno prima si era verificata una massiccia ondata di immigrazione per ragioni di lavoro. I lavori cominciarono nel maggio dello stesso anno: il progetto per l’ampliamento della chiesa venne affidato all’Architetto Prof. Oreste Benedetti, mentre per la facciata venne approvato il progetto dell’Architetto Ambrogio Galli

Tratto da LiberaAssociazione Besnate

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