quale ruolo positivo per la classe lavoratrice imprenditoriale vede nelle banche?
intervista a Ettore Gotti Tedeschi uscita su La Croce di Mirko De Carli In un momento in cui la finanza speculativa domina i mercati mondiali, quale ruolo positivo per la classe lavoratrice imprenditoriale vede nelle banche? E come ritiene sia possibile invertire la rotta rispetto allo sblocco del credito? Anzitutto chiariamo quello che lei intende con la domanda quando parla di “finanza speculativa” che secondo lei domina i mercati mondiali . La finanza è dive...
intervista a Ettore Gotti Tedeschi uscita su La Croce di Mirko De Carli In un momento in cui la finanza speculativa domina i mercati mondiali, quale ruolo positivo per la classe lavoratrice imprenditoriale vede nelle banche? E come ritiene sia possibile invertire la rotta rispetto allo sblocco del credito? Anzitutto chiariamo quello che lei intende con la domanda quando parla di “finanza speculativa” che secondo lei domina i mercati mondiali . La finanza è diventata prevalente sull’ industria perché negli ultimi trenta anni il mondo occidentale ha progressivamente delocalizzato ( in Asia ecc. ), deindustrializzando l’occidente e industrializzando l’oriente . Lo è poi diventata perché l’Occidente si è trasformato in un popolo di consumatori ( e non produttori appunto ) sempre più a debito al fine di sostenere il bisogno di crescita del PIL attraverso consumi individuali ( avendo rinunciato alle nascite e perciò alla crescita naturale ed equilibrata ) . Ora un sistema economico che si fonda sul debito , di fatto , si fonda sulla finanza che gestisce il debito ,anziché fondarsi sull’industria che gestisce la produzione . Ma non basta , sempre negli ultimi tempi, al fine di promuovere i consumi individuali si è progressivamente sacrificato il risparmio trasformandolo in consumi e facendo così crollare il rapporto risparmio/redditi delle famiglie ( in Italia ) dal 25% degli anni ’80 ,al 5% di oggi . Ma il risparmio è la base monetaria con cui le banche fanno il credito per crescita e investimenti . Crollato il risparmio si sono inventati i prodotti derivati …Ma non basta ancora , lei definisce la finanza speculativa perché quando ci si è resi conto che questo sistema economico consumistico e a debito non sarebbe stato sostenibile , invece di rafforzare la vera struttura economica si è cercato di corregge gli squilibri “gonfiando” i valori a garanzia del debito, cioè cercando di creare bolle speculative appunto. Ma io non credo che sia stata la finanza speculativa l’origine dalla crisi in corso . la vera origine che da venti anni continuo a cercare di spiegare , sta nel crollo delle nascite e conseguente invecchiamento della popolazione che han frenato la crescita del Pil e deformato l’intero ciclo economico-finanziario ,imponendo correttivi di carattere finanziario anche nel bilancio degli stati . In pratica la speculazione è stata una conseguenza , persino politicamente voluta, per sostenere la crescita ,impossibile se la popolazione non cresce . Per invertire la rotta , poiché ci si rifiuta di voler accettare la diagnosi , si può solo sbagliare la prognosi e le azioni conseguenti. Mi pare evidente osservando le azioni di politica economica che non producono risultati , o peggio .Si domandi solo perché negli ultimi tempi tutti i governi dichiarano che ridurranno le tasse , o diminuiranno il debito, e non ci sono mai riusciti. Provi a chiederlo al suo direttore Mario Adinolfi , che ha fatto politica… Si parla tanto di strategie monetarie per riattivare l'economia europea: Lei ritiene necessario ripartire dal tema della natalità. Ci può illustrare meglio la sua analisi, anche alla luce dei dati emersi anche nell'ultimo rapporto ISTAT? io ho una visione un po’ più complessa e realistica . A breve ,ripartire dal tema della natalità non sarebbe né fattibile né immaginabile per risolvere i problemi . Le azioni a breve devono esser ben altre , tenendo presente che oggi uno stato non ha il potere , da solo, di fare azioni di politica economica , oggi i conti si devono fare con l’Europa ed il mondo intero che sta , forse , capendo che è iniziato un “nuovo ordine mondiale “ non matrizzabile e gestibile. Ieri ( 24 febbraio) leggevo sul Foglio le idee di questo economista superstar ( Jeffrey Sachs) che starebbe producendo idee di riequilibrio economico persino per la nuova Enciclica di papa Francesco . Bene , secondo quello che ho letto, il mio pensiero è esattamente il contrario di questo illustre economista . Io non apprezzo la gnosi , sono anti –malthusiano e non condivido il pensiero keynesiano applicabile oggi. Soprattutto diffido di chi dice di apprezzare la dottrina sociale della Chiesa , avendola letta magari in un sunto e magari con un corso “per corrispondenza” . La dottrina sociale si applica se si ha fede , altrimenti la si fa diventare “pragmatica” . E se potessi spiegare che significa , direi che vuol dire che la strategia politico-economica che si sceglie di applicare , magari mascherata da dottrina sociale , non ha un “fine” , la sua bontà a priori è funzione dei risultati a breve. Senza un fine appunto , perciò insostenibile e dannosa per la creatura umana. . In un convegno promosso dall'associazione Giovanni XXXIII a Bologna sabato 21 febbraio dal titolo 'Uno stipendio per le mamme' lei ha commentato positivamente la proposta avanzata dalla comunità fondata da don Oreste Benzi. Può illustrarci meglio il senso e la validità di questa iniziativa? la validità di questa iniziativa sta nella sua capacità di essere provocatoria , di richiamare l’attenzione , di creare dibattito intorno alla seguente domanda aperta : “ sostenere la famiglia produce benessere materiale e sociale ?” Vede , la miopia dei governanti ( per necessità agnostici nel comportamento) sta nel pensare che per sostenere la famiglia sia necessario avere risorse da investire . Invece è esattamente il contrario . Lo stato diventa ricco , e ha risorse da investire anziche debiti , se sostiene la famiglia che è un motore dell’economia unico . Certo non è solo quello , grazie a Dio, ma è anche quello. La famiglia avrebbe diritto al Nobel per l’economia , o persino , esser quotata in borsa ,tanto fa bene alla crescita equilibrata di un sistema economico. Ma la famiglia non è apprezzata e sostenuta .Perchè ? Per tre ragioni principali : -la prima perché grazie alla sua identità ,i suoi fini, la sua responsabilità, impedisce il controllo della società da parte dei poteri dominanti. –la seconda , perché educa soggettivamente i figli e per questo viene accusata di creare disuguaglianze , socialmente pericolose. –terza , la famiglia è per sua natura “generativa” , fa figli . E i figli inquinano l’ambiente , che per taluni va protetto più della vita umana stessa. Non pensi che sia semplice riuscire a risolvere questo problema , l’attacco alla famiglia è stato portato da più parti : è culturale, sociale, economico, giuridico, dottrinale , politico-ideologico , morale e persino sacramentale. Mi riaggancio al suo libro 'Amare Dio e fare soldi': ci può spiegare meglio come è stato possibile, nella sua vita, conciliare questi due fattori? Leggendo o anche solo aprendo il libro capisce che il titolo è “redazionale” , l’ha voluto l’Editore per provocare il lettore . Ma non fuggo la domanda , peraltro illustrata nel libro con toni appropriati. Conciliare l’amore per Dio e il “fare soldi” è persino più semplice di quanto non si creda : basterebbe dare un senso soprannaturale alla propria vocazione di lavorare bene e “far soldi” . Ma attenzione ,lo ripeto, facendoli bene , in modo esemplare ,non solo onestamente e in modo trasparente , ma anche produttivo per gli altri . E poi impiegandoli ancora meglio , per il bene comune. Se qualcuno, che sa farli, non fa soldi , cioè non produce ricchezza , cosa si distribuisce agli altri meno fortunati ? La povertà ? Importante è come si fanno e che uso se ne fa . Son mille e settecento anni , da Clemente Alessandrino nel 3°secolo , che si disputa intorno al rapporto fede-soldi. Ultima domanda: crede che la società contemporanea possa davvero raccogliere la sfida della natalità per la ripartenza economica o siamo ormai troppo permeati da un consumismo egoista dilagante? mi ci vorrebbe un intero libro ( che il mio amico Rino Cammilleri mi spinge a scrivere con lui ,da tempo) per rispondere a questa domanda . Risponderò con la saggezza e sapienza di Benedetto XVI , che in Caritas in Veritate ha detto tutto quello che un uomo di questa epoca dovrebbe capire per imparare a stare al mondo . Non è che la nostra società contemporanea sia troppo permeata da consumismo egoista dilagante . Come insegna Benedetto ( consiglio la lettura dell’Introduzione all’Enciclica) è la cultura nichilista imposta da troppo tempo che impedisce all’uomo di riferirsi a “valori di Verità” per dare senso alla propria vita e conseguentemente alle proprie azioni. Ma in fondo cosa è il consumismo? Non è altro che disprezzo di sé stessi ,è considerarsi soddisfatti materialmente , come fossimo davvero solo “animali intelligenti “ .Ma l’uomo vuole tre alimenti, indispensabili per lui : quello materiale , essendo fatto di carne; quello intellettuale , essendo ragionevole; quello spirituale , essendo creatura di Dio e avendo un’anima. Il nichilismo ha portato l’uomo a sentirsi solo un animale intelligente che non deve privarsi di nulla di materiale , consumando, e così sacrificando intelletto e spirito. Così questa creatura non sa più dare senso alla propria vita , se non consumando. E se le azioni umane non hanno un senso mancando un riferimento morale , gli strumenti , che l’uomo usa per operare , assumono “autonomia morale” diventando loro fini , anziché restando solo puri mezzi. E distruggendo così l’uomo stesso. Ma a questo punto che va fatto ? Quando tutto non funziona, quando la crisi dilaga e sembra ingestibile , che si deve fare ? Cambiare gli strumenti ? Cambiare la
governance ? No , dice Benedetto , si devono cambiare gli uomini . E di chi è il compito di cambiare gli uomini ? Certo la famiglia può farlo con l’educazione che impartisce ai propri membri .Ma chi è il maggior responsabile dell’insegnamento del “senso della vita” e delle azioni , se non chi deve insegnare “dottrina” ? Lo spiega bene papa Francesco nella sua prima Enciclica Lumen Fidei . Questo è il compito prevalente della Chiesa , che deve farlo con il suo Magistero, con la preghiera , con i Sacramenti . Che dire di più ? Sono i Papi , la Chiesa con il suo Magistero, i Santi, che hanno detto e spiegato tutto , ma noi non li ascoltiamo da troppo tempo. Non ci hanno più spiegato che la prima miseria da debellare è quella morale . Essendo le altre miserie materiali , conseguenza di quella morale .