MENOPAUSA: I DANNI DELLA TERAPIA ORMONALE SOSTITUTIVA E CURE NATURALI ALTERNATIVE
MENOPAUSA: I DANNI DELLA TERAPIA ORMONALE SOSTITUTIVA E CURE NATURALI ALTERNATIVE Fin dall’inizio dell’evoluzione umana le donne hannno sempre affrontato in modo naturale la menopausa, ovvero la cessazione dell’attività riproduttiva. Si è sempre trattato di una momento importante, una tappa fisiologica dell’evoluzione individuale. Addirittura in molte culture la menopausa conferisce prestigio sociale alla donna!!! Nella società occidentale moderna la menopausa viene, invece, vissuta come una ...
MENOPAUSA: I DANNI DELLA TERAPIA ORMONALE SOSTITUTIVA E CURE NATURALI ALTERNATIVE Fin dall’inizio dell’evoluzione umana le donne hannno sempre affrontato in modo naturale la menopausa, ovvero la cessazione dell’attività riproduttiva. Si è sempre trattato di una momento importante, una tappa fisiologica dell’evoluzione individuale. Addirittura in molte culture la menopausa conferisce prestigio sociale alla donna!!! Nella società occidentale moderna la menopausa viene, invece, vissuta come una malattia della quale sia necessario occuparsi con una terapia ormonale sostitutiva, all’insegna dell’eterna giovinezza…. Viene detto alla donna di essere carente di ormoni…ma ciò è naturale, data la trasformazione che sta avvenendo! E’ come cambiare il ritmo ad una danza durata decenni, ci si deve riadattare alla melodia. Alcuni mesi i livelli degli estrogeni sono più bassi, in altri più alti; alcune volte ci sono cicli di ovulazione, altre volte no…. ed ovviamente gli estrogeni non trovano sempre il loro equilibrio nel progesterone. Se ad esempio, in una delle molte fasi alterne tipiche della menopausa, gli estrogeni si trovano in uno stato di eccesso, o la loro presenza non è bilanciata dal progesterone, possono esserci sintomi come : gonfiore, tensione mammaria, irritabilità e ritenzione idrica. Se sono carenti possono esserci sintomi come: vampate, sudorazione notturna e secchezza vaginale. Queste sintomatologie possono essere fastidiose, invalidanti, ma prima di ricorrere a metodi invasivi come la Terapia Ormonale Sostitutiva, bisognerebbe conoscere alcune cose che le case farmaceutiche non dicono e, soprattutto, tutte le valide alternative. Capita spesso che ci si lasci convincere che dosaggi mirati di ormoni (estrogeni e progesterone) possano proteggere non solo da sbalzi di umore o vampate, ma anche da osteoporosi, tumori e varie malattie croniche… ma bisognerebbe andarci molto cauti. Si tratta di un approccio farmacologico che non si adatta agli andamenti naturali del corpo, bensì si sostituisce ad esso, stimolando costantemente i tessuti altamente sensibili dell’utero, del seno e delle ovaie. In poche parole non cura i sintomi, ma li posticipa, condendoli inoltre di tutta una serie di possibli effetti collaterali. La TOS, Terapia Ormonale Sostitutiva, si è diffusa negli anni 70 negli U.S.A. e, fin dai primi anni, rivelò subito i suoi effetti collaterali. Già nel 1975 le donne trattate con soli estrogeni avevano la tendenza a sviluppare cancro all’utero con un’incidenza da 4 a 8 volte maggiore rispetto ad altre. Ci fu un calo delle prescrizioni, ma solo temporaneamente…. Si decise di associare gli estrogeni al progesterone, così da creare un bilanciamento, ma, nonostante ciò, restavano ancora molti dubbi. Il principale era riguardante il fatto che sia l’utero che il seno, in quanto ricchi di recettori per gli estrogeni, potessero essere sovrastimolati e degenerare in patologia. Tuttavia si diffuse la convinzione che i benefici superassero i rischi. Nel 2002 uno studio che coinvolgeva 16.600 donne sane in menopausa (WHI) sottoposte a trattamento combinato estrogeno+progestinico, venne bruscamente interrotto. I primi risultati indicavano l’aumento dell’incidenza di: cancro al seno (+29%), ictus (+41%), patologie cardiache (+26%) ed embolie (+211%). Nello stesso periodo altri studi dimostrarono l’aumento di rischio di cancro alle ovaie del 60% in seguito a somministrazioni , per più di 10 anni, di solo estrogeno a donne in postmenopausa prive di utero. Recentemente un’indagine condotta su 100.000 donne ha confermato che la combinazione di estrogeni con progestinici di sintesi aumenta il rischio di cancro al seno del 50%, qualora protratta per periodi superiori a 4 anni. Numerosi danni vanno, infine a carico del fegato, il quale è responsabile del metabolismo degli ormoni. Nonostante la pubblicazione e la divulgazione di queste notizie, la terapia ormonale sostitutiva continua ad essere consigliata. LE ALTERNATIVE NATURALI Un valido aiuto per sostenere questa fase di cambiamento lo si può trovare nellle piante adattogene, utilizzate da millenni. Esse, come la parola stessa indica, si adattano alla persona, regolando i meccanismi che si alterano in condizioni di difficoltà e di stress. Esistono sostanze vegetali in grado di mimare in noi l’azione degli ormoni, come ad esempio i fitoestrogeni, la cui struttura chimica è simile a quella degli estrogeni endogeni. Per questa ragione essi sono in grado di legarsi, anche se con affinità minore, ai recettori specifici per gli estrogeni, esercitando un’azione “ormono-simile”, senza andare a sostituirvisi completamente, ma semplicemente tamponando eventuali eccessi o carenze. Gli effetti riscontrati più comuni sono: riduzione dell’intensità e della frequenza delle vampate e delle sudorazioni notturne, miglioramento dell’umore, benefici cardiovascolari, salute delle ossa, miglioramento di pelle, capelli, unghie e dei sintomi della secchezza vaginale. I fitoestrogeni hanno inoltre un’azione antiossidante, aiutano a regolare il metabolismo lipidico ed inibiscono la formazione di nuovi vasi sanguigni nelle vicinanze di cellule che crescono in maniera anomala, limitandone così il nutrimento e la proliferazione. I fitoestrogeni sono contenuti in centinaia di piante e, a seconda della struttura chimica, si dividono in 4 gruppi: ISOFLAVONI,LIGNANI, CUMESTANI E LATTONI. Tra questi, gli isoflavoni ed i lignani sono dotati di attività estrogenica più elevata, e sono quindi i più utilizzati. Gli isoflavoni sono contenuti principamente nei legumi, come lenticchie, piselli, fagioli e la soia (il cui uso si sta ahimé rivelando sempre più discutibile). I lignani sono presenti in grande quantità nei semi di lino e nei cereali. Due delle piante più utizzate come fitoestrogeni sono il VITEX AGNUS CASTUS e la DIOSCOREA VILLOSA,nota anche come WILD YAM o l’IGNAME SELVATICO, reperibili in erboristeria (NON PRIMA DI AVER CHIESTO CONSIGLIO AD UNA FIGURA DI COMPETENZA!!!!!), meglio se in estratti secchi che in tinture madri. La DIOSCOREA VILLOSA, le cui componenti attive sono saponine (in particolare dioscina e diosgenina), fitosteroli e tannini, aiuta l’organismo a regolare i disordini ormonali. La diosgenina si comporta come precursore del progesterone umano ed aiuta a normalizzare il rapporto estrogeno-progesterone . L’AGNOCASTO agisce a livello ipofisario, promuovendo l’attività progestinica, controbilanciando quella degli estrogeni, e rallentando il rilascio di prolattina grazie ad un effetto dopaminergico (la dopamina è un neuromediatore che inibisce la secrezione di prolattina).Al suo interno le componenti attive sono: glicosidi, iridoidi, flavonoidi, terpeni, alcaloidi ed una minima percentuale di oli essenziali. Per far si che gli effetti benefici dei fitoestrogeni vengano esercitati, è necessaria la loro BIODISPONIBILITA’. La maggior parte della loro trasformazione avviene nell’intestino, per azione della flora batterica, così da venir poi assorbiti dalle pareti intestinali e passare al circolo sanguigno. Per questa ragione le condizioni del nostro intestino possono influenzare il metabolismo dei fitoestrogeni, condizionandone gli effetti. Una dieta scorretta, l’assunzione di farmaci, ma soprattutto lo stress, influenzano il nostro metabolismo intestinale! Altre sostanze generalmente utili sono: MAGNESIO (non uno qualsiasi, ma con un trasportatore adeguato) ed ACIDO ALFA-LIPOICO. In Menopausa il fabbisogno giornaliero di Magnesio aumenta per la necessità di proteggere le ossa, il sistema cardiovascolare, i centri nervosi e per aiutare l’organismo ad affrontare con calma i cambiamenti in corso. L’Acido Alfa Lipoico serve per la protezione dai radicali liberi, oltre che per la chelazione dei metalli pesanti dal corpo e la rigenerazione nel corpo della vitamina C ed E. Ulteriori piante con azioni più specifiche: - la CIMICIFUGA RACEMOSA , rimedio d’elezione per le vampate, le sudorazioni notturne e tutte le manifestazioni ad esse correlate. La sua azione determina una riduzione dell’ormone LH, elevato durante la menopausa. -la GRIFFONIA SIMPLICIFOLIA, contenente 5-http, un aminoacido precursore diretto della serotonina, il quale determina benessere e calma, regolando l’umore. -la RHODIOLA ROSEA, che coi suoi principi attivi rosavin e salidroside, riequilibra il dialogo fra ipotalamo, ipofisi ed ovaie, favorendo il trasporto del precursore 5-http (quello che la Griffonia, invece, fornisce). -la GYNOSTEMMA PENTAPHYLLUM, pianta simile al ginseng, con azione forte e morbida al tempo stesso; contiene gipenosidi, appartenenti alla classe delle saponine ed è utile nel dare forza senza eccitare. Oltre a ciò regola la pressione sanguigna e protegge il sistema cardiocircolatorio (molto spesso alle vampate si accompagnano fastidiose tachicardie e sbalzi di pressione). Maura Ferro Naturopata Via Aleardo Aleardi, 26 21013 Gallarate (VA) Telefono 0331020796 Cellulare 3485165662 maura@saleterapia.it