Lettera di Cuperlo
Se non visualizzi correttamente questa email clicca qui Carissime e carissimi, come molti tra voi sento che il tempo spinge a occuparsi delle “cose del mondo”. Il voto in Israele con la vittoria di Netanyahu, l’attentato a Tunisi. In casa nostra le dimissioni del ministro Lupi e l’eterno ritorno della corruzione. Ma anche il voto parziale in Francia e Spagna o la rinuncia (che molto mi è spiaciuta) di Giuliano Pisapia a un secondo mandato come sindaco di Milano. Le difficoltà incontrat...
Se non visualizzi correttamente questa email clicca qui Carissime e carissimi, come molti tra voi sento che il tempo spinge a occuparsi delle “cose del mondo”. Il voto in Israele con la vittoria di Netanyahu, l’attentato a Tunisi. In casa nostra le dimissioni del ministro Lupi e l’eterno ritorno della corruzione. Ma anche il voto parziale in Francia e Spagna o la rinuncia (che molto mi è spiaciuta) di Giuliano Pisapia a un secondo mandato come sindaco di Milano. Le difficoltà incontrate dal nostro Partito in tutta Italia, evidenti una volta di più nelle recenti primarie e pur nelle differenze tra caso e caso. Aggiungo – ma non è certo una coda – il fiume di giovani a Bologna sotto le bandiere di Libera e, sabato, la piazza della Fiom su lavoro e pensioni. Insomma molto ci sarebbe da riflettere e soprattutto da fare. Ma ci sono anche cose del “nostro cortile” che non voglio rimuovere. Sapete come si era arrivati all’appuntamento dell’Acquario a Roma. Con tutte le preoccupazioni del caso, lo spirito di quell’incontro era ritrovarsi a discutere, ascoltarsi. Per quanto mi riguarda l’intento era e rimane avviare da subito un coordinamento del lavoro parlamentare per evitare di giungere – come è accaduto sul jobs act o sulle riforme – a dei voti importanti con posizioni diverse. Resto convinto che nel DNA di SinistraDem ci sia la costruzione di quel campo aperto che continuo a immaginare dentro il Pd ma anche come ponte verso associazioni, persone, movimenti di una sinistra ampia e diffusa. Dunque un “campo” che non può ridursi a sommatoria di un ceto politico, ma che vive sull’onda di un progetto e di un’idea del Paese, dell’uscita da questa crisi, delle soluzioni per un’altra visione di crescita, dignità e solidarietà. Sono cose che ci siamo detti spesso in questi mesi, e chi ha partecipato ai nostri incontri (sia nazionali che locali) sa che si sono sempre rivolti a quello scopo: riflettere sul mondo e tradurre quel pensiero in proposte su lavoro, diritti, immigrazione, cittadinanza, contrasto alla violenza, un’Europa dei popoli. Allora, perché si fa tanta fatica a unire le forze? Premesso che quello resta il nostro obiettivo, credo avvenga per due ragioni. Una l’ho accennata: quel campo non siamo solo noi. La seconda ragione (e lo si è visto anche dai titoli dei giornali) in parte è emersa dall’intervento di D’Alema e, in misura minore, anche dal confronto che ho avuto con lui. E’ superfluo che ripeta il rispetto e la stima che ho verso Massimo, ma sabato il dibattito è stato sincero e centrato sulla politica. Io penso che il modo per “competere” con la cultura di Renzi e la sua idea di potere debba misurarsi con le ragioni che hanno reso la sinistra agli occhi di tanti un riferimento troppo lontano dalla loro vita e dalla soluzione dei loro problemi. Il punto è che se vuoi aggredire questo tema non è anticipando soluzioni organizzative o, come dicono altri, rinviando ogni volta la battaglia al giorno dopo che se ne viene a capo. Quel che serve è costruire pensiero, tradurlo in battaglie, mobilitazioni, campagne. Tutto questo in una rete partecipata che guardi e coinvolga i territori e superi i confini delle sole istituzioni, a cominciare dal Parlamento. Allora come procedere adesso? Intanto va detto che la discussione è sempre vitale e che sabato abbiamo ascoltato voci e punti di vista interessanti. Poi bisogna sapere che per unire devi riconoscere le differenze e sapere che la limpidezza è la bussola che permette di trovare soluzioni condivise. Per quanto ci riguarda, abbiamo ben chiaro che il nostro investimento in SinistraDem – Campo Aperto si offre come una opportunità per chi voglia credere in una sinistra rinnovata e ripensata. E sappiamo bene che per tagliare quel traguardo noi non siamo sufficienti. Siamo in un passaggio delicato dove in gioco è il destino del Pd, ciò che potrà essere. Ci battiamo perché il partito che abbiamo immaginato porti dentro di sé i valori e la visione della sinistra e non si risolva in una mega-aggregazione centrista con lo sguardo rivolto in modo indifferente a destra o al nostro campo. Per la stessa ragione ci sono scelte del governo che vanno sostenute e altre che vanno contestate, come è accaduto in questi mesi. Ecco, questo è stato lo spirito che ci ha animati anche sabato scorso, espresso non solo da me ma da altri interventi belli di amici e compagni di SinistraDem. Ora dobbiamo proseguire. E per prima cosa vi ricordo l’impegno per la prima festa nazionale della nostra associazione su cui avremo subito dopo Pasqua una prima riunione di costruzione. Buone cose Gianni Cuperlo