La difesa del crocifisso secondo Bergamaschi

Quando si leggono notizie circa l’eliminazione dei crocefissi da scuole e luoghi pubblici (l’altro giorno in Francia e ieri al Tribunale di Varese) viene da sorridere.   Con tutti i problemi che abbiamo possibile che ci sia ancora qualche nipotino di Voltaire e Rousseau che si preoccupa per quella figurina appesa a un legno confinata da qualche parte sui muri? Che fastidio può dare? E soprattutto chi se ne accorge della sua esistenza? Invece questi novelli illuministi hanno ragione. La p...

Quando si leggono notizie circa l’eliminazione dei crocefissi da scuole e luoghi pubblici (l’altro giorno in Francia e ieri al Tribunale di Varese) viene da sorridere.   Con tutti i problemi che abbiamo possibile che ci sia ancora qualche nipotino di Voltaire e Rousseau che si preoccupa per quella figurina appesa a un legno confinata da qualche parte sui muri? Che fastidio può dare? E soprattutto chi se ne accorge della sua esistenza? Invece questi novelli illuministi hanno ragione. La potenza simbolica della Croce è così forte che tutte le dittature di destra e di sinistra l’hanno ferocemente combattuta. Evidentemente non si tratta solo di una questione di principio (la cosiddetta” laicità dello Stato”) ma di qualcosa che attiene al senso della vita del popolo. Quella Croce segna la storia e l’esistenza del mondo, per questo bisogna toglierla. Perché le radici siano dimenticate e il Potere regni incontrastato “La libertà è affermare che due più due fa quattro” diceva Orwell in 1984. Restiamo attaccati ai segni della nostra cultura per riaffermare l’ovvietà della Verità   Buona Pasqua!       Lucio Bergamaschi   Direttore