LA COMMEDIA DELLA POLITICA
LA COMMEDIA DELLA POLITICA In provincia di Varese continua la messa in scena dell’incredibile commedia del centro destra e dei suoi capocomici costretti a recitare in un palcoscenico striminzito, con un canovaccio minimale e la grande difficoltà di trovare una parte per tutti gli aspiranti attori. Tante sono le sigle che sopravvivono alla memoria di un passato forse glorioso, ma con un presente ingrato e poche sono le cadreghe disponibili. Non c’è posto per tutti e si disputa...
LA COMMEDIA DELLA POLITICA In provincia di Varese continua la messa in scena dell’incredibile commedia del centro destra e dei suoi capocomici costretti a recitare in un palcoscenico striminzito, con un canovaccio minimale e la grande difficoltà di trovare una parte per tutti gli aspiranti attori. Tante sono le sigle che sopravvivono alla memoria di un passato forse glorioso, ma con un presente ingrato e poche sono le cadreghe disponibili. Non c’è posto per tutti e si disputano duelli all’ultimo sangue tra attori con un grande futuro alle spalle che contano voti immaginari di elettori sognati e desiderati mentre il teatro non è più lo stesso e i personaggi hanno cambiato aspetto e costumi. Questo è il paese delle alleanze diverse ai diversi livelli amministrativi e nei diversi comuni, delle primarie che diventano secondarie dei politici che non hanno il coraggio di mettersi in gioco e dei candidati civici estratti dai cappelli dei maghi e buoni solo per essere passati allo spiedo o in umido con le patate. Questo è il paese rappresentato in parlamento da 630 deputati e 315 senatori eletti dei quali 250 hanno fato 342 cambi di casacca (ogni 30 giorni 10 politici hanno cambiato squadra). Questo è il paese in cui le scelte dei candidati di due importanti città non si fanno sul territorio con il coinvolgimento delle parti che in un franco e libero confronto, anche duro e molto conflittuale, promuovano un candidato comune o (perché no?) candidati diversi portatori di visioni diverse della città, ma sono imposte dall’alto, dai PADRONI (non nel senso di padri di robusta corporatura) della politica rappresentanti delle Segreterie Provinciali (??) che impongono ai servi delle periferie i modi e le condizioni: “venghino signori, venghino a sto giro mettiamo in scena le primarie”. “Questi paesanotti grezzi e ingenui proprio non ne capiscono di politica e allora diamogli ste primarie, diamogli l’illusione di contare qualche cosa, di poter liberamente decidere quello che sta bene a noi” Anche se in realtà la regola vigente oggi è quella del Marchese del Grillo ”io so io e voi non siete un c…zo” A novantacinque giorni dalle elezioni si mette in scena l’avanspettacolo delle primarie, senza nemmeno sapere bene come si fa a farle e con gli esempi fantasmagorici e ridicoli di quelle che sono appena state fatte in varie parti d’Italia. Spero proprio che qualcuno armato di dignità e buon senso trovi il coraggio e l’orgoglio di rovesciare i tavoli e ricominci a fare politica dignitosamente sfoderando programmi e idee, proposte e visioni e si metta a lavorare sul territorio e tra la gente, rischiando con la propria faccia di vincere o di perdere, ma a testa alta e guardando avanti con coraggio: Gallarate e Busto Arsizio se lo aspettano e se lo meritano. Gallarate 09/03/2016