Il Piano Gelli nella rilettura renziana ( Ettore Bonalberti )

Il Piano Gelli nella rilettura renziana Su “ Il Fatto Quotidiano” dell’8 Luglio 2010, Marco Travaglio, commentò il Piano di Rinascita democratica di Licio Gelli, Maestro della loggia massonica P2, riconducendo larga parte della vicenda politica berlusconiana al tentativo, in parte riuscito, di traduzione sul piano operativo delle linee strategiche indicate dal Venerabile Maestro. Abbiamo esaminato analiticamente quel Piano e messo a confronto con quanto sta accadendo adesso, dopo cinque anni ...

Il Piano Gelli nella rilettura renziana Su “ Il Fatto Quotidiano” dell’8 Luglio 2010, Marco Travaglio, commentò il Piano di Rinascita democratica di Licio Gelli, Maestro della loggia massonica P2, riconducendo larga parte della vicenda politica berlusconiana al tentativo, in parte riuscito, di traduzione sul piano operativo delle linee strategiche indicate dal Venerabile Maestro. Abbiamo esaminato analiticamente quel Piano e messo a confronto con quanto sta accadendo adesso, dopo cinque anni dell’analisi svolta da Travaglio. Onestamente dobbiamo ammettere che ciò che sta realizzando Matteo Renzi, capo del governo mai eletto nel Parlamento e in forza di una maggioranza parlamentare farlocca, composta da “nominati” eletti secondo una legge elettorale, “ il Porcellum”, incostituzionale e ulteriormente drogata dal progressivo assorbimento di voltagabbana dell’ultima ora, altro non è che la prosecuzione fisiologica di quel progetto. Sarà per la coincidenza della matrice geo politica del trio toscano Renzi-Boschi-Verdini, sarà per i frutti avvelenati e velenosi del famigerato patto de Il Nazareno, saranno le frequentazioni massoniche di logge più o meno deviate o coperte di alcuni dei personaggi di questa stravagante rappresentazione politica, ma quanto sta accadendo, con il combinato disposto della riforma del Senato al secondo voto di Palazzo Madama Martedì prossimo e della legge elettorale dell’Italicum, è uno dei tasselli essenziali indicati dal Piano Gelli di Rinascita democratica. Tutto ciò si realizza in un clima di asfissiante trasformismo politico che disonora ciò che resta del Parlamento della Repubblica Italiana. Messa la museruola alla minoranza interna del PD, arresasi senza colpo ferire alla volontà del dominus fiorentino; frantumata l’opposizione, tra l’ambigua e ambivalente funzione delle truppe residue berlusconiane altalenanti nel voto segreto; sostanzialmente ridotta all’impotenza la frastagliata presenza di ciò che rimane dei rappresentanti ex popolari e democratico cristiani, la sola opposizione decisa e coerente al Senato resta quella della Lega e del M5S, mentre si manifestano ogni giorno di più, tentativi di transumanze opportunistiche di residui ex combattenti e reduci dell’alternativa al renzismo trasformista. Serviranno ancora almeno altri due passaggi parlamentari su un unico testo approvato dalle due camere, prima che la riforma diventi legge da sottoporre al referendum popolare confermativo, ma non sembrano emergere esplicite volontà di dissenso all’interno di una maggioranza drogata e farlocca. Una maggioranza tenuta insieme, non da culture o visioni strategiche di ampio respiro, ma unicamente dalla volontà dei parlamentari di sopravvivere nei privilegi della casta acquisiti e/o da completare. Una casta sempre più indigesta alla realtà della società civile del nostro Paese, che vive, tuttavia, una condizione di frustrazione senza palese aggressività. Questo clima di rassegnazione e di sfiducia è il frutto di una società frustrata e senza più speranza, che, tuttavia, non sa passare dalla rabbia e dalla frustrazione a quella rivolta democratica di cui il Paese avrebbe necessità. Viviamo il tempo dei pavidi e degli arrendevoli, in cui prevalgono più i Quisling e i voltagabbana che gli eroi, e, per quanto attiene al nostro sgarruppato movimento di cultura e tradizione popolare, tranne qualche lodevole eccezione (Mario Mauro, Carlo Giovanardi e pochi altri) è il tempo dei neo cavazzoniani disponibili, come nel 1923, a sostenere la nuova legge Acerbo dell’Italicum, legge super truffa, voluta prima dal trio Boschi-Verdini-Migliavacca e posta alla base del patto de Il Nazareno, e, almeno sin qui, avallata da molti amici ex popolari dentro e fuori del governo. Se qualcosa non accadrà in tempi brevi, ciò che il Venerabile Maestro di Castiglion Fibocchi (AR), aveva lucidamente ipotizzato nel suo Piano di Rinascita Democratica, si avvia a realizzarsi compiutamente, grazie a quel “ Bomba” fiorentino che, consapevole o no, sembra che quel Piano lo abbia letto, meditato e rimesso in pista assai bene. Ettore Bonalberti www.alefpopolaritaliani.eu www.insiemeweb.net www.don-chisciotte.net Venezia, Lunedì 12 Ottobre 2015