Expo a rilento
24 giorni dall’inaugurazione dell’Esposizione Universale di Milano 2015, le parole d’ordine sono “ce la faremo e sarà tutto pronto per tempo”. Premier e AD di EXPO continuano nella loro propaganda positivista che però non sembra convincere i media, sicuramente più interessati a scrivere su ritardi e costi aggiuntivi. Il disco incantato che risuona ininterrottamente dall’ufficio stampa di EXPO afferma che «il Bie, l’ente organizzatore dell’evento, non obbliga tutti i Paesi ad aver terminato i ...
24 giorni dall’inaugurazione dell’Esposizione Universale di Milano 2015, le parole d’ordine sono “ce la faremo e sarà tutto pronto per tempo”. Premier e AD di EXPO continuano nella loro propaganda positivista che però non sembra convincere i media, sicuramente più interessati a scrivere su ritardi e costi aggiuntivi. Il disco incantato che risuona ininterrottamente dall’ufficio stampa di EXPO afferma che «il Bie, l’ente organizzatore dell’evento, non obbliga tutti i Paesi ad aver terminato i lavori entro la data di inaugurazione» e che «la storia delle esposizioni universali dice che qualche Paese non ce la fa all’inizio. Insomma tranquilli che non prenderemo sanzioni anche per questo. Ma più che i tempi di consegna e relativi camouflage a preoccupare è il contorno, dalle opere infrastrutturali, ai costi extra, passando per le immancabili inchieste su corruzione e infiltrazioni mafiose. Per dovere di cronaca, ecco i punti necessari a comprendere la reale situazione. Al cantiere lavorano, su tre turni h24, circa seimila operai, le opere completate sono il 21%, 65% quelle in corso e 6% quelle ferme. Il costo delle varianti è lievitato oltre i 43 milioni di euro (escluso i costi aggiuntivi per Padiglione Italia i cui costi, a causa dei ritardi sono lievitati di un terzo, passano da circa 60 milioni a oltre 90). A detta dei caschi gialli impegnati sul sito si guarda prtò alla data del 1° maggio con ottimismo e tra gli operai non si avverte la frenesia di chi rischia di non arrivare al traguardo. Diversa la situazione infrastrutturale propedeutica. L’A4 (Torino-Venezia) nel tratto urbano del capoluogo meneghino ha accumulato ritardi e costi aggiuntivi enormi, la sopraelevata che dovrebbe collegare Autostrada al sito è in ritardo e il raccordo della Tangenziale Nord è finito per metà. L’ambizioso progetto dell’amministrazione comunale di riqualificazione del 15% del manto stradale cittadino entro EXPO è al 50%. I restanti cantieri verranno allestiti di notte (con relativi costi aggiuntivi). La M4 – metropolitana che avrebbe dovuto congiungere l’Aeroporto di Linate alla città – opera propedeutica ad EXPO sarà pronta forse nel 2022, ma già oggi i disagi in città per i suoi cantieri si fanno sentire. La “Lilla”, la M5, nella sua tratta più importante (quella vicino al sito espositivo) che si sarebbe dovuta inaugurare il 27 aprile è in ritardo sui collaudi. Insomma, i milanesi, già abituati al traffico, dovranno rassegnarsi per i prossimi sei mesi ad una situazione ancora più critica. Diversa è la situazione giudiziaria. Già molti vasi sono stati scoperti, ma l’impressione è che molto sia ancora da scoprire. Le indagini condotte fino ad oggi hanno sempre cercato di non incidere sull’andamento dei lavori, ma la sensazione che è che ad ottobre in Procura ci sarà molto da lavorare. Il dopo Expo sarà, a differenza dalla stagione climatica, molto caldo. In effetti così dipinta la situazione non pare rosea, ma sappiamo che è la stessa identica trama che si svolge ad ogni grande evento organizzato in Italia. D’altronde siamo fatti così, a noi italiani le cose non piacciono semplici. ©Futuro Europa® Buona giornata, Antonio Antonio Russo Popolari per l’Italia antonio.russo@popolariperlitalia.eu tel 3472211656 Papa Francesco "Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio."