De Carli - #iostocoivescovi: attaccare la Chiesa sull’immigrazione significa attaccare un grande presidio sociale del Paese

De Carli - #iostocoivescovi: attaccare la Chiesa sull’immigrazione significa attaccare un grande presidio sociale del Paese   Forse oggi conviene attaccare tutto e tutti per prendere qualche manciata di voti in più: solo così si può ben comprendere la strategia politica di Salvini che, invece di contribuire ad una maggiore coesione delle forze alternative al governo Renzi, destabilizza quotidianamente la politica italiana con sparate a destra a e manca. Sicuramente sta giocando una parti...

De Carli - #iostocoivescovi: attaccare la Chiesa sull’immigrazione significa attaccare un grande presidio sociale del Paese   Forse oggi conviene attaccare tutto e tutti per prendere qualche manciata di voti in più: solo così si può ben comprendere la strategia politica di Salvini che, invece di contribuire ad una maggiore coesione delle forze alternative al governo Renzi, destabilizza quotidianamente la politica italiana con sparate a destra a e manca. Sicuramente sta giocando una partita tutta sua volta a racimolare il massimo consenso possibile per guadagnarsi la leadership di un’ eventuale coalizione di centrodestra. Solo così si può leggere la proposta di uno sciopero del paese per tre giorni a novembre (che oltre a non trovare sponde in altri partiti, trova molti malumori anche nella Lega) e la feroce campagna d’attacco alla Chiesa cattolica italiana. Dare oggi spallate ai vescovi significa davvero non avere la percezione dello stato drammatico in cui vivono tante famiglie italiane e soprattutto non voler risolvere il problema dell’immigrazione, ma soffiare sul fuoco della crisi per trarne profitto. Siamo tutti ben consapevoli che la crisi migratoria crea enorme disagio e rende la convivenza civile difficile e, in taluni casi, a rischio di conflitti sociali; sappiamo anche che il governo attuale non ha mosso un dito per risolverla, non ha sbattuto i pugni in Europa e non ha una strategia di medio-lungo periodo per affrontarla. Ma noi popolari siamo o no capaci di offrire una risposta all’epocale problema dell’immigrazione? Attaccare oggi i vescovi, e quindi la Chiesa in se stessa, vuol dire colpire uno dei pochi presidi sociali capaci di rendere il fenomeno migratorio un processo di integrazione possibile e non violento, capace di dare opportunità a chi viene nel nostro paese senza ledere i diritti di chi è già cittadino. Da tempo diciamo che occorrerebbe un blocco navale davanti alle coste libiche per monitorare e coordinare gli accessi dei migranti in Italia: il tutto per far si che ha veramente diritto all’asilo politico possa essere accolto e chi non ce l’ha venga riportato nelle coste da dove è partito. Ma Renzi su questo fa orecchie da mercante. Per quanto concerne le persone che, per i motivi consentiti e previsti dalla legge, possono soggiornare temporaneamente nel nostro paese, noi Popolari per l’Italia riteniamo decisivo portare avanti azioni come:  
  • Impiego della manodopera a favore della collettività attraverso ordinanze dei sindaci che consentano ai profughi che soggiornano regolarmente nel nostro paese di lavorare;
  • Attivare la procedura che consenta l’affidamento dei minori rifugiati non accompagnati alle famiglie italiane che desiderano accoglierli;
  • Garantire ai minori rifugiati la possibilità dell’assistenza sanitaria e l’inserimento scolastico e sociale per il periodo di permanenza.
  Questo significa dare risposte concrete e praticabili per affrontare il problema degli immigrati che soggiornano temporaneamente nel nostro paese causa asilo politico. Vuol dire essere favorevoli all’invasione migratoria del paese? Tutt’altro. Vuol dire conciliare la necessità di fermare l’ondata dei migranti da un lato e favorire un’accoglienza dignitosa a chi ha diritto di permanere sul suolo italiano. Il tutto dentro una forte e decisa lotta a chi usa illegalmente l’accoglienza dei migranti per fare business vergognosi (vedi caso di mafia capitale).   Forza #popolari, rimbocchiamoci le maniche perché abbiamo tutti gli strumenti e la storia per dare a questo paese un futuro di fiducia e speranza e non di paura: sta a noi riconquistarci la nostra gente sul campo di battaglia.   Ha dichiarato in una nota Mirko De Carli – Coordinatore regionale dei Popolari per l’Italia in Emilia-Romagna