C.Muscardini: a chi giovano le tensioni tra Italia ed Egitto?

A chi giovano le tensioni tra Egitto e Italia? Regeni pedina per indebolire Al Sisi e la lotta al terrorismo 14/04/16 Un’ingiustizia, un delitto è tale sempre e comunque o vi sono i giustizie e delitti che valgono, pesano più di altri? E il valore, il peso è determinato dalle circostanze, dagli affari, dalla Realpolitik? Il caso Regeni non può non commuovere profondamente ciascuno di noi al pensiero delle atroci sofferenze patite, per tanti giorni, sofferenze fisiche spaventose, solitudine, d...

A chi giovano le tensioni tra Egitto e Italia? Regeni pedina per indebolire Al Sisi e la lotta al terrorismo 14/04/16 Un’ingiustizia, un delitto è tale sempre e comunque o vi sono i giustizie e delitti che valgono, pesano più di altri? E il valore, il peso è determinato dalle circostanze, dagli affari, dalla Realpolitik? Il caso Regeni non può non commuovere profondamente ciascuno di noi al pensiero delle atroci sofferenze patite, per tanti giorni, sofferenze fisiche spaventose, solitudine, disperazione come vorremmo che nel mondo nessuno dovesse mai patire e come, purtroppo, tutti i giorni avvengono, invece, in troppe parti del mondo. Viviamo da anni leggendo sui giornali e vedendo nei media atrocità di guerra, stragi terroristiche, violazioni dei più elementari diritti umani; vediamo di continuo persone uccise, violentate, seviziate, sgozzate, fatte saltare in aria davanti ai nostri occhi mentre i nostri figli giocano con storie virtuali che mimano, anticipano le crudeltà della realtà abituandosi all’orrore e alla violenza. Pretendere dall’Egitto la verità è nostro dovere prima ancora che nostro diritto, così come sarebbe nostro dovere affrontare tutte le altre crudeli realtà che si vivono nei Paesi ove le libertà individuali, da quella di espressione a quella di religione, sono impedite con la violenza e le più atroci punizioni. La nostra unica forza sarebbe quella di tenere un identico atteggiamento verso tutti quei regimi e governi che commettono veri e propri delitti contro l’umanità, perché ogni singola persona sottoposta a sevizie cruente, punita con indicibili menomazioni corporali o giustiziata dovrebbe suscitare non solo il nostro sdegno ma la nostra reazione. Mentre chiediamo verità e giustizia all’Egitto non abbiamo però remore ad avviare contestualmente importanti relazioni economiche con l’Iran: cosa importano le molte esecuzioni capitali, le troppe persone ingiustamente imprigionate e torturate e quelle che temono per il campo profughi di Camp Ashraf in Iraq? E’ certamente giusto tenere rapporti politici e diplomatici con tutti, ma prima di fare ‘affari’ sarebbe nostro dovere, di italiani e di europei, non avere misure e atteggiamenti diversi a seconda delle condizioni di comodo: gli ‘affari’ non possono precedere il rispetto di condizioni umane. Ma cosa importa tutto ciò a quella parte d’Italia che ha chinato la testa, vendendo sue ampie e importanti realtà ai gonfi portafogli dei Paesi finanziatori di quel terrorismo internazionale che ha coperto di sangue anche il suolo europeo? Difficile credere che i servizi egiziani fossero totalmente all’oscuro di quanto stava avvenendo intorno al nostro giovane ricercatore, ma difficile credere anche che il governo egiziano sia così sprovveduto da avvitarsi in una tanto contorta e autolesionista spirale di voci e notizie discordanti. Il presidente Al Sisi, una delle più agguerrite voci contro l’Isis e i Fratelli Mussulmani, esce sicuramente indebolito sul piano interno e internazionale e questo è utile a chi prima deteneva il potere, cioè quei Fratelli Mussulmani da tempo noti come fiancheggiatori e poi sostenitori delle posizioni del terrorismo islamista, dagli Al Shabaab somali al Califfato in Siria e Iraq. L’Italia vuole la verità e la deve ottenere, qualunque essa sia, e il presidente Al Sisi la deve alla famiglia Regeni, al nostro popolo ma anche al suo Paese, per fare chiarezza sui misteri veri o presunti di questi anni e per poter continuare, senza ostacoli, nella lotta all’integralismo assassino. Il cui prodest, e cioè a chi giovano l’indebolimento di Al Sisi e una crisi tra Egitto ed Italia, è comunque una domanda che dobbiamo porci, sul piano sia politico che economico. Cristiana Muscardini