Sergio Ramelli attende ancora giustizia
Sergio Ramelli, in un tema scolastico, espresse posizioni di condanna delle Brigate Rosse
Sergio aveva poco più di 18 anni.
Era un militante del Fronte della Gioventù e per questo motivo all' ITIS
"Molinari" di Milano era bersaglio dei compagni.
Nel giro di pochissimo tempo subì due gravi aggressioni, che portarono la
famiglia a decidere di trasferirlo in un istituto privato.
Ma le cose non migliorarono.
Sergio, in un tema, prese una posizione di dura condanna nei confronti
delle Brigate Rosse e delle istituzioni che non avevano espresso cordoglio per
altri due ragazzi del MSI ammazzati dai brigatisti, Giuseppe Mazzola e Graziano
Girallucci.
Il tema fu sottratto al docente e affisso nella bacheca della scuola.
Questo decretò la fine di Sergio.
Il 13 marzo del '75 Sergio rientrava scuola e parcheggiava il motorino
sotto casa, quando fu accerchiato da un gruppo di ragazzi più grandi di lui,
studenti di medicina, che iniziarono a colpirlo alla testa con delle chiavi
inglesi.
Gli spaccarono il cranio e Sergio rimase un mese e mezzo in un letto
d'ospedale, agonizzante.
Erano anni tremendi, l’odio politico non aveva limiti e in
Comune il sindaco Aniasi che pure condannò l’aggressione, si trovò di fronte
persone che applaudirono alla notizia e fischiarono il rappresentante del MSI Tomaso
Staiti di Cuddia delle Chiuse che aveva in
quel momento la parola.