Attentato a Barcellona, nessun risarcimento dallo Stato ai familiari di Bruno Gulotta

Il giovane legnanese è deceduto dopo aver salvato la moglie e i figli sulla Rambla di Barcellona, vittima della follia dei terroristi.

Marco Tajana, vicepresidente della fondazione dedicata alla memoria del giovane Gulotta, si sfoga dichiarando che «Dopo 12 mesi da quella tragedia i familiari non hanno ancora ricevuto un euro di risarcimento dallo Stato italiano».

La triste vicenda riguarda l'ingegnere legnanese di 35 anni morto il 17 agosto 2017 sulla Rambla di Barcellona, vittima dell'attentato terroristico. Uno dei furgoni usati durante l’attacco lo ha travolto sotto gli occhi della moglie Martina e dei due figli.

Dopo il grave lutto, molti tra i colleghi della rivista di informatica “Tom’s Hardware” dove lavorava come responsabile marketing, e alcuni concittadini si sono mobilitati per sostenere la famiglia di Bruno

A tal è nata la Fondazione Gulotta: «Abbiamo raccolto più di 200mila euro in questi 12 mesi – spiega Tajana –, con donazioni arrivate da diverse parti del mondo. Denaro che è servito, e continuerà a servire, a sostenere la famiglia di Bruno. La fondazione è tuttora attiva e stiamo continuando a raccogliere fondi. Andremo avanti almeno sino a quando i due figli di Bruno non saranno più grandi». Obiettivo dichiarato dalla fondazione è «garantire loro il miglior futuro possibile, una buona istruzione e tutto ciò di cui hanno bisogno. Nella memoria del padre, come avrebbe voluto fare il padre se non fosse rimasto vittima di un attentato atroce».

La famiglia si è rivolta anche a un legale per inoltrare la richiesta di risarcimento allo Stato, ma dopo un anno dalla scomparsa, vittima di un attacco terroristico, la famiglia Gulota non ha ricevuto risposte dalle istituzioni.