Genova, problemi al ponte da subito

Problemi denunciati dall’ing. Antonio Brencich

l’ing. Antonio Brencich, professore associato di Costruzioni in C.A. e C.A.P. dell’Università di Genova.
Il Viadotto Morandi ha presentato fin da subito diversi aspetti problematici, oltre l’aumento dei costi di costruzione preventivati, è necessario ricordare un’erronea valutazione degli effetti differiti (viscosità) del calcestruzzo che ha prodotto un piano viario non orizzontale. Ancora nei primi anni ’80 chi percorreva il viadotto era costretto a fastidiosi alti-e-bassi dovuti a spostamenti differiti delle strutture dell’impalcato diversi da quelli previsti in fase progettuale. Solo ripetute correzioni di livelletta hanno condotto il piano viario nelle attuali accettabili condizioni di semi-orizzontalità”. (http://www.ingegneri.info/news/infrastrutture-e-trasporti/ponte-morandi-genova-analisi-infrastrutturale/)
La soluzione di costruire gli stralli in cemento armato precompresso e non nel tradizionale acciaio si rivelò problematica, in quanto la precompressione su elementi così esili aveva avuto effetti solo modesti.[1] Verso il 1990 il pilone orientale del ponte fu rafforzato con nuovi cavi di sospensione in acciaio, affiancati agli stralli originari in cemento;[1] non venne fatto altrettanto per gli altri due piloni.

IL cemento precompresso non fu inventato da Morandi

Eugène Freyssinet (Objat13 luglio 1879 – Saint-Martin-Vésubie8 giugno 1962) è stato un ingegnere francese,l' inventore del cemento precompresso, il cui primo brevetto fu da lui depositato il 2 ottobre 1928.
Nel tempo poi una serie di ingegneri ne studiarono l'utilizzo fino a farne un utilizzo diffuso a quei tempi. (anni '50).

Sono due i tipi di cavi

  • a cavi (o fili) aderenti (sistemi a cavi pre-tesi)
  • a cavi (o fili) scorrevoli alle estremità (sistemi a cavi post-tesi)
  • Il sistema a cavi aderenti trova generalmente applicazione nel campo della prefabbricazione di piccoli elementi strutturali quali travi per impalcati di luce modeste
  • testata di trave post tesa

    Nel sistema di precompressione a cavi post-tesi, prima del getto del calcestruzzo nelle casseforme si predispongono l'armatura lenta e gli alloggiamenti (guaine) che dovranno accogliere i cavi di precompressione, i quali portano alle estremità degli speciali ancoraggi. Il getto viene costipato per mezzo di vibratori ad ago o a lamina oppure mediante vibratori esterni facendo attenzione a non deteriorare le guaine dei cavi.(wikipedia)

Nella sostanza i cavi sono stati avvolti dal cemento per evitarne la corrosione, peccato che in questo modo non si potesse verificarne visivamente il grado di efficacia...
Oggi si può fare con strumenti sofisticati, ma quando si utilizzano certe tecnologie o si usano mezzi verificabili facilmente oppure sarebbe opportuno pensare ad altro.
E' il senno di poi? No, visto che i problemi al ponte si videro subito e furono ignorati. Tuttora alcuni dicono che dopo tanti anni e' normale ci sia usura, ma dimenticano che certe opere vanno progettate per durare decine d'anni e nelle condizioni di peso e mobilità estreme.
Altre indiscrezioni di questi giorni parlano di studi che avevano individuato problemi nei cavi che però non vennero sostituiti per non bloccare il traffico: se tutto ciò e' vero chi ha preso decisione ne risponderà agli uomini, ma anche a Dio se credente e in particolare alle famiglie dei defunti oltre a quelle degli sfollati.

Domanda maliziosa e cattiva, tutti coloro che da tempo sapevano e non sono riusciti a bloccare il ponte non hanno avuto ascolto dai politici degli anni scorsi, nonostante le interrogazioni parlamentari e gli allarmi degli ingegneri, riescono a dormire dopo tutti quei morti?