Busto Arsizio, assolto l'ex prete accusato di violenza e maltrattamenti

I giudici hanno posto fine alla vicenda che ha visto protagonista un ex sacerdote cinquantenne, che aveva lasciato la sua vocazione per amore di una giovane albanese strappata alla prostituzione.

In seguito al matrimonio con la giovane, però, l'uomo venne accusato di violenza sessuale e maltrattamenti.

Il lungo processo si è recentemente concluso, ed il collegio giudicante presieduto da Rossella Ferrazzi - a latere Roberto Giovanni Stefano Falessi e Sara Cipolla - ha ritenuto infondate le accuse mosse dalla vittima.

L’istruttoria dibattimentale ha fatto emergere un quadro diverso da quello descritto dalla donna agli inquirenti: in casa non aleggiava un clima di terrore, i rapporti erano tesi e le discussioni frequenti. Ma non c’era una sudditanza psicologica della moglie nei confronti dell’imputato.

La crisi tra loro era iniziata nell’estate del 2016, quando l’albanese però intrecciò una relazione parallela con l’allenatore di calcio di uno dei bambini. La relazione tra i due peggiorò sensibilmente, tanto che la donna deperì fino all’anoressia.

In merito alle supposte costrizioni in camera da letto, la stessa albanese in aula aveva ammesso che in più di un’occasione aveva prestato il famoso consenso che segna il discrimine tra stupro e rapporto ben accetto.

Su consiglio di un’amica decise di rivolgersi ai carabinieri: raccontò di anni di soprusi subiti, di segregazione, di schiavitù psicologica.

Alla fine del 2017 il pubblico ministero chiese e ottenne dal gip la misura del divieto di avvicinamento per l'ex prete, ma gli elementi raccolti a carico dell’imputato non sono bastati ai giudici, che hanno emesso sentenza di assoluzione a suo favore.