Alitalia, divise per 2 milioni da buttare

2,2 milioni di euro in divise probabilmente finiranno nella pattumiera”Valerio Fumagalli (EGV1)
"EGV1 ha pagato tutti i fornitori. Non abbiamo lasciato buchi a nessuno."

Circa 2,2 milioni di euro in divise che, con molta probabilità, finiranno nella pattumiera», spiega Valerio Fumagalli, amministratore delegato della Egv1.
Alitalia nonostante il commissariamento, e precisiamo con alle spalle un prestito statale di 900 milioni, decide di cambiare le divise.
La scelta cade su Alberta Ferretti, che diceva: “Alitalia è un simbolo iconico e istituzionale del nostro Paese. Per questo ho subito accettato con entusiasmo la proposta di disegnare le nuove divise della compagnia. Mi piace l’idea di portare la creatività, l’eleganza e la qualità del nostro Paese nel mondo”.
 «rinnovare l’immagine della compagnia italiana, con una collezione che coniughi eleganza e praticità per garantire a tutto il personale, di volo e di terra, comfort e benessere in ogni occasione lavorativa e in tutte le stagioni», dichiarazione di Ferretti.
Belle e colorate ma opportuno il cambio?
Erano entusiasti i manager:«Siamo orgogliosi del fatto che Alberta Ferretti abbia accettato di disegnare le nuove divise Alitalia. Sono tradizionalmente un’icona di stile e vogliamo che siano un simbolo dell’italianità”, hanno dichiarato Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari
Qualcuno non le trovava particolarmente belle," se devo giudicare le divise Alitalia come normali abiti, non le trovo particolarmente belle" (Rossella Migliaccio
Consulente di Immagine).

Il punto importante è tanto per cambiare, quello economico, in altri tempi si era passati da grandi stiliste che facevano a gara per una questione di principio oltre che d'immagine a vestire Alitalia: da Delia Biagiotti (1960) fino a Mila Shon.
L'appalto per le divise viene vinto da una azienda gallaratese, la Egv1 di Valerio Fumagalli  «In cinque mesi abbiamo confezionato circa 160mila pezzi, fra scarpe, giacche, gonne, camicie e tutti gli articoli che servono per comporre le nuove divise che serviranno per vestire quasi seimila persone» raccontava Fumagalli.


Un appalto importante per l'immagine ma anche per la cifra, la Egv1 fatturava 7-8 milioni e quindi la commessa di 15 milioni di euro per circa 220mila capi, non era cosa da poco.La condizione è che l’azienda tenesse sempre in magazzino almeno 1 milione di euro di capi pronti per essere sostituiti. Questa giacenza adesso rischia di restare inutilizzata. Nel 2017 la scelta di un nuovo cambio della divisa, dopo che il commissariamento,  porta tragiche conseguenze alla Egv1 di Gallarate che si trova in difficoltà.
"Tutto quello che è stato ordinato e ritirato fino ad oggi è stato pagato", ma le scorte sono ancora in magazzino. Di qui la decisione di preparare la causa per la quale, spiega Cogo, "abbiamo già seguito già tutti i passi: abbiamo fatto i solleciti perché siano adempienti al contratto e formalmente sono stati messi in mora per il pagamento di tutto il dovuto".

Come è possibile?"sciogliersi dai contratti, anche ad esecuzione continuata o periodica, ancora ineseguiti o non interamente eseguiti da entrambe le parti alla data di apertura dell'amministrazione straordinaria",questo è quanto  prevede il codice di Amministrazione straordinaria, e che comporterebbe perdite per un milione e 15 persone a rischio nel gallaratese, per una gestione fallimentare e poco manageriale di Alitalia.
Costi infiniti a livello nazionale e ripercussioni negative anche a livello locale.
Se la politica non sceglie meglio, il disastro è vicino e non solo in Alitalia.