La Cassazione assolve ex dirigenti della Franco Tosi per le morti da amianto
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- 21 novembre 2017
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La Corte di Cassazione ha messo la parola fine nella vicenda processuale chiamata a fare luce sulle trentatré morti da mesotelioma pleurico (il tumore per antonomasia di chi ha respirato le micidiali fibre da amianto) di altrettanti operai in servizio alla Franco Tosi/Ansaldo di Legnano tra la fine degli Anni Settanta e i primi Anni Novanta. La Quarta sezione penale della Suprema Corte, presidente Rocco Marco Blaiotta, annullando il ricorso proposto dalle parti civili, Associazione Italiana E...
La Corte di Cassazione ha messo la parola fine nella vicenda processuale chiamata a fare luce sulle trentatré morti da mesotelioma pleurico (il tumore per antonomasia di chi ha respirato le micidiali fibre da amianto) di altrettanti operai in servizio alla Franco Tosi/Ansaldo di Legnano tra la fine degli Anni Settanta e i primi Anni Novanta. La Quarta sezione penale della Suprema Corte, presidente Rocco Marco Blaiotta, annullando il ricorso proposto dalle parti civili, Associazione Italiana Esposti Amianto e Medicina Democratica, ha confermato la sentenza di assoluzione del giudice del Tribunale di Milano Manuela Cannavale e, successivamente, della quinta Corte d’Appello del capoluogo lombardo. Assolti in via definitiva dall’accusa di omicidio colposo plurimo i sei imputati. A cominciare dall’imprenditore bergamasco Giampiero Pesenti, 86 anni, componente del comitato esecutivo e del Cda, nonché vicepresidente delle fabbrica metallurgica-meccanica legnanese nel periodo compreso tra il 1973 e il 1980, nei confronti del quale il sostituto procuratore generale della Corte d’Appello di Milano aveva sollecitato una condanna a sei anni di reclusione per omicidio colposo plurimo. Assoluzione definitiva anche per altri ex dirigenti sotto processo Renato Conti, Luciano Cravaroli, Rodolfo Di Stefano, Roberto Giannini e Vincenzo Vadacca, tutti imputati con la medesima accusa. Giampiero Pesenti è stato assistito dagli avvocati difensori Giuseppe Bana e Franco Coppi. Gli altri dirigenti sono stati difesi dall’avvocato Giacomo Gualtieri, sempre dello Studio Bana, e da Corrado Pagano.