Tradate, esperienze di "volontariato attivo" nel mondo
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- 14 settembre 2018
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Grande partecipazione a Villa Truffini per la prima delle manifestazioni organizzata per i festeggiamenti del 65° di fondazione di AVIS Tradate. Esempi di evangelizzazione e aiuto ai più bisognosi a casa loro.
La serata organizzata dalla sezione AVIS di Tradate, guidata dal presidente Franco Negri, ha visto tra il folto pubblico presente a Villa Truffini anche il prevosto don Giovanni Cazzaniga, che ha portato il saluto dell'intera Comunità pastorale Santo Crocifisso, e i rappresentanti di associazioni tradatesi e dei paesi limitrofi. In sala anche i rappresentanti dell'Amministrazione comunale, il vicesindaco Franco Roberto Accordino e l'Assessore alla Cultura Erika Martegani.
Introdotto da Elena Uslenghi, con la lettura di una breve biografia, ha preso la parola Giuliano Delpero per raccontare la propria esperienza, forte dell'impegno profuso a Tokorozawa, in Giappone, con la Missione Operaia Santi Pietro e Paolo – MOPP. I 37 anni di missionario laico gli hanno conserntito di comprendere che il popolo giapponese è molto educato e disciplinato, con usi diversi rispetto ai nostri e ad esempio sono abituati a non dare fastidio agli altri (non telefonano in autobus o metro) e ringraziano sempre più volte in ogni occasione.
Per consentire ai presenti di comprendere al meglio la situazione e lasocietà giapponese, Delpero ha brevemente spiegato che i primi missionari gesuiti arrivano circa 400 anni fa e dopo pochi anni erano già oltre 30.000 i fedeli. Successivamente i missionari domenicani e francescani operano in Giappone per 50 anni, creando una popolazione di 300.000 cristiani, ma vi fu un blocco della evangelizzazione dovuto a litigi tra i differenti ordini religiosi. Poi 250 anni di persecuzioni, soprattutto perché i gesuiti si erano sviluppati a tal punto da essere in competizione con i daimy?, ovvero la carica feudale più importante tra il XII secolo e il XIX secolo in Giappone. I cristiani furono uccisi, soprattutto con crocifissione oppure appesi a testa in giù, e solamente nel 1946 il cristianesimo venne riconosciuto dallo stato.
Durante il periodo di persecuzione era il capofamiglia a svolgere le funzioni di capo della comunità, sostituendosi al prete, ricordando le festività cristiane o battezzando o sposando i figli. Vi era la grande difficoltà a leggere la parola di Dio ma dal 1865, con l'apertura dei porti a scopo commerciali, venne concesso a chi viveva temporaneamente in Giappone (ad es. i commercianti) di avere un prete per le celebrazioni. Tornarono a mostrarsi i "Cristiani nascosti" che in pochi mesi furono calcolati in circa 15.000.
Infine, Delpero ha evidenziato altre particolarità dei cristiani in Giappone, dove i cattolici sono circa 400.000 su una popolazione di 127 milioni, mentre vi sono molti più protestanti dopo che gli americani hanno vinto la Seconda guerra e inviato preti protestanti in Giappone.
La serata è proseguita con l'esibizione della soprano Hiroko Morita, che svolge attualmente attività artistica nei maggiori teatri del mondo, con abiti tradizionali giapponesi, e ha proposto al pubblico alcuni brani tratti da famose composizioni operistiche, accompagnata al pianoforte dal maestro Maurizio Alberani.
Il secondo intervento della serata è stato di Antonio Barone, già prevosto di Tradate e amministratore nella Diocesi di Milano, animatore del COE-Centro orientamento Educativo, ente attivo anche in terra africana (Congo-Repubblica Democratica) nel campo educativo, sanitario, tecnico.
A Kinshasa in Congo, Barone ha contribuito alla realizzazione di un ospedale con 120 letti e attualmente è autonomo, ovvero gestito da medici e infermieri del posto che hanno studiato grazie al supporto del COE. Ora che é finita la guerra, la volontà dichiarata è di tornare in Congo e sviluppare ancor più l'ospedale con l'apporto di medici specialisti. Attualmente alcuni medici e laureati in giurisprudenza o in informatica sono ospitati in italia da alcuni mesi per specializzarsi e poi rientrano in Congo con altre conoscenze e capacità.
Dal settembre 2010, grazie anche al Centro di formazione cristiana per giovani universitari che promuove con impegno attività volte all'alfabetizzazione ma con attenzione alla religione con momenti di preghiera. Adesso il progetto è di sistemare una seconda casa per accogliere ragazzi che vivono in strada, stimati in circa 40.000 a Kinshasa, per dare loro la possibilità di studiare e acquisire professionalità per operare in loco e diventare futuri professionisti. I referenti del COE scelgono giovani da fare studiare e che abbiano capacità e spiccata intelligenza, ma poveri (in quanto se ricchi possono pagarsi l'università) e disponibili a seguire un progetto spirituale. Un modo concreto di aiutare lo sviluppo delle comunità nel proprio territorio, grazie a nuove competenze apprese frequentando l'università.
Sul finire della serata, prima dei saluti sulle note interpretate dalla soprano Hiroko Morita, il Presidente Negri ha ringraziato i presenti in sala, i relatori e tutti i volontari AVIS e le persone che hanno contribuito alla buona riuscita della serata, invitando alle prossime iniziative per le celebrazioni dei 65 anni di attività dell'associazione a Tradate.