Troppo tardi Sig Presidente
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- 24 novembre 2016 Area Malpensa Partiti politici centro-destra
Troppo tardi Sig Presidente Ora che lo scontro referendario è al calor bianco, anche il Presidente Mattarella comincia a preoccuparsi, tanto che alcuni giornali ipotizzano un suo ultimo appello al civile confronto e al rispetto reciproco. Troppo tardi e troppo poco: molto avrebbe potuto fare anche prima il Presidente della Repubblica, quando inopinatamente promulgò la legge super truffa dell’Italicum, lui che da giudice della Consulta aveva votato l’incostituzionalità dell’analoga legge del p...
Troppo tardi Sig Presidente Ora che lo scontro referendario è al calor bianco, anche il Presidente Mattarella comincia a preoccuparsi, tanto che alcuni giornali ipotizzano un suo ultimo appello al civile confronto e al rispetto reciproco. Troppo tardi e troppo poco: molto avrebbe potuto fare anche prima il Presidente della Repubblica, quando inopinatamente promulgò la legge super truffa dell’Italicum, lui che da giudice della Consulta aveva votato l’incostituzionalità dell’analoga legge del porcellum. Al sig Presidente vorremmo sommessamente ricordare quanto da lui espresso in aula nel 2005, al tempo della riforma costituzionale proposta dal governo Berlusconi: “Signor Presidente, tra la metà del 1946 e la fine del 1947, in quest’aula, si è esaminata, predisposta ed approvata la Costituzione della Repubblica. Con l’attuale Costituzione, che vige dal 1948, l’Italia è cresciuta, nella sua democrazia anzitutto, nella sua vita civile, sociale ed economica. In quell’epoca, vi erano forti contrasti, anche in quest’aula. Nell’aprile del 1947 si era formato il primo governo attorno alla Democrazia cristiana, con il Partito comunista e quello socialista all’opposizio – ne. Vi erano contrasti molto forti, contrapposizioni che riguardavano la visione della società, la collocazione internazionale del nostro paese. Vi erano serie questioni di contrasto, un confronto acceso e polemiche molto forti. Eppure, maggioranza e opposizione, insieme, hanno approvato allora la Costituzione. Al banco del governo, quando si trattava di esaminare provvedimenti ordinari o parlare di politica e di confronto tra maggioranza e opposizione, sedevano De Gasperi e i suoi ministri. Ma quando quest’aula si occupava della Costituzione, esaminandone il testo, al banco del governo sedeva la Commissione dei 75, composta da maggioranza e opposizione. Il governo di allora, il governo De Gasperi, non sedeva ai banchi del governo, per sottolineare la distinzione tra le due dimensioni: quella del confronto tra maggioranza e opposizione e quella che riguarda le regole della Costituzione. Questa lezione di un governo e di una maggioranza che, pur nel forte contrasto che vi era, sapevano mantenere e dimostrare, anche con i gesti formali, la differenza che vi è tra la Costituzione e il confronto normale tra maggioranza e opposizione, in questo momento, è del tutto dimenticata. L e istituzioni sono comuni: è questo il messaggio costante che in quell’anno e mezzo è venuto da un’Assemblea costituente attraversata – lo ripeto – da forti contrasti politici. Per quanto duro fosse questo contrasto, vi erano la convinzione e la capacità di pensare che dovessero approvare una Costituzione gli uni per gli altri, per sé e per gli altri. Questa lezione e questo esempio sono stati del tutto abbandonati. Oggi, voi del governo e della maggioranza state facendo la “vostra” Costituzione. L’avete preparata e la volete approvare voi, da soli, pensando soltanto alle vostre esigenze, alle vostre opinioni e ai rapporti interni alla vostra maggioranza. Il governo e la maggioranza hanno cercato accordi soltanto al loro interno, nella vicenda che ha accompagnato il formarsi di questa modifica, profonda e radicale, della Costituzione. Il governo e la maggioranza – ripeto – hanno cercato accordi al loro interno e, ogni volta che hanno modificato il testo e trovato l’accordo tra di loro, hanno blindato tale accordo. Avete sistematicamente escluso ogni disponibilità a esaminare le proposte dell’opposizione o anche soltanto a discutere con l’opposizione……..” Sig Presidente, non Le pare che questo governo sostenuto da una maggioranza di parlamentari nominati da una legge incostituzionale e drogata dal voto dei transumanti mercenari del trasformismo parlamentare al Senato, abbia compiuto le stesse azioni che nel 2005 Lei dichiarava assolutamente deplorevoli? Una deforma costituzionale che non unisce, ma sta dividendo frontalmente il Paese, non potrà che essere foriera di rilevanti conflitti sociali e politici. Questa è la grave responsabilità che si è assunta, ahimé sin qui anche con il suo autorevole avallo, il presidente del consiglio Matteo Renzi, Presidente de facto del Comitato per il SI al referendum del 4 dicembre. Noi Popolari fedeli agli insegnamenti di Sturzo, De Gasperi, Dossetti, La Pira, Moro, Fanfani e Mortati ci stiamo battendo e ci batteremo a sostegno delle ragioni del NO per la difesa della sovranità popolare, che questa deforma riduce, posta alla base dell’art 1 della Costituzione su cui Ella Sig Presidente ha giurato quale garante dell’ unità nazionale. Ettore Bonalberti www.alefpopolaritaliani.eu www.insiemeweb.net www.don-chisciotte.net Venezia, 23 Novembre 2016