Siamo Somma, lettera al sindaco sui graffiti

[caption id="attachment_29773" align="alignleft" width="500"] writers[/caption] LETTERA APERTA AL SINDACO BELLARIA Graffiti = arte? Il pensiero di Siamo Somma, nel rispetto delle idee altrui. Che il concetto di arte non sia uguale in tutti noi è evidente. L'esempio più lampante è la criticatissima arte contemporanea e i suoi tanti controversi artisti. La “Fontana” di Marcel Duchamp può essere davvero considerata arte? E che dire di Piero Manzoni (da non confondersi con Alessandro, autore ...

[caption id="attachment_29773" align="alignleft" width="500"] writers[/caption] LETTERA APERTA AL SINDACO BELLARIA Graffiti = arte? Il pensiero di Siamo Somma, nel rispetto delle idee altrui. Che il concetto di arte non sia uguale in tutti noi è evidente. L'esempio più lampante è la criticatissima arte contemporanea e i suoi tanti controversi artisti. La “Fontana” di Marcel Duchamp può essere davvero considerata arte? E che dire di Piero Manzoni (da non confondersi con Alessandro, autore dei Promessi Sposi)? Evidentemente non per tutti l'arte corrisponde a bellezza. Tra di essi troviamo i writers, una nuova categoria di artista di recentissima “nascita”. I più banali di essi ritengono ogni scarabocchio o schizzo fatto sul tessuto urbano una forma d'arte. Il Comune di Milano e il suo sindaco in particolare non la pensano esattamente così. Con due delibere la giunta comunale ha recentemente approvato la costituzione di parte civile del Comune in due diversi processi. Il primo in cui l'accusa nei confronti del writer è quella di aver deturpato con alcune tag due vetture della metropolitana della linea M2. Il secondo in cui un giovane è accusato di aver invaso lo scorso 27 agosto un deposito Atm, imbrattando ancora una volta alcune vetture della metropolitana. Questi però sono soltanto gli ultimi di una lunga sequenza di procedimenti penali mossi contro i writers, che dal 2011 ad oggi sono oltre 150. Benché non sia di nostro interesse (e competenza) il valutare cosa sia arte, riteniamo fondamentale una cosa in una società civile: il rispetto. Dove è il rispetto in disegni o scritte su opere preesistenti, su mezzi pubblici o su edifici? Non c'è rispetto, solo inciviltà. L'arte non deve mai essere ostacolata, ma neppure imposta. Questi “murales” gravano unicamente su chi li subisce, viste le ingenti spese necessarie a recuperare i beni danneggiati. In una società civile soggetta a regole comuni, anche l’opera dei writers deve attenersi ad alcune regole. Dovrà rispettare i vincoli della legge, dei regolamenti comunali ed in particolare del “piano del colore”, assoggettandosi alle commissioni paesaggistiche. E’ giusto quindi che il comune riconosca ogni forma d’arte. Ricordiamo però al sindaco la necessità di una netta divisione tra opera d'arte circoscritta in luoghi prestabiliti (come accaduto recentemente ad Angera) e atto vandalico.