Giuseppe Longhin, (LN) e la metafora del gioco al lotto

“Alzi la mano chi non sogna di giocare al lotto il giorno successivo all’uscita dei numeri vincenti e di incassare il montepremi senza problemi” La mette sul ridere, ma fino a un certo punto, Giuseppe Longhin, capogruppo leghista in consiglio provinciale, i cui strali, questa volta, non puntano su un esponente politico di maggioranza, ma su un tecnico di Villa Recalcati. Anzi, il capo dei tecnici: Ciro Maddaluno, segretario generale. “Con tutti i distinguo del caso” spiega Longhin “la metafor...

“Alzi la mano chi non sogna di giocare al lotto il giorno successivo all’uscita dei numeri vincenti e di incassare il montepremi senza problemi” La mette sul ridere, ma fino a un certo punto, Giuseppe Longhin, capogruppo leghista in consiglio provinciale, i cui strali, questa volta, non puntano su un esponente politico di maggioranza, ma su un tecnico di Villa Recalcati. Anzi, il capo dei tecnici: Ciro Maddaluno, segretario generale. “Con tutti i distinguo del caso” spiega Longhin “la metafora della lotteria calza a pennello con quanto accaduto in Provincia, grazie a due delibere: la numero 149 e la numero 150. La prima riguarda il “sistema di misurazione e valutazione delle performance” dell'ente, la seconda fissa gli obiettivi. In sostanza gli uffici di Villa Recalcati fissano le regole del gioco a giochi praticamente finiti. Il che, di per sé sarebbe anche accettabile visti i trascorsi di questa amministrazione, non fosse per un dettaglio decisamente fastidioso. Si dà il caso che il segretario Maddaluno sia anche Direttore Generale della Provincia e quindi, insieme al dottor Caverzasi, unico dirigente rimasto, pertanto, giocando due soli numeri, 149 e 150, il dottor Maddaluno ha fatto Tombola, percependo molto probabilmente una indennità di risultato. Complimenti. Ora mi spiego anche l’accanimento nel non ammettere il “non parere” della conferenza dei sindaci riguardo l’approvazione del bilancio (46,28% contrari – 45,65% favorevoli)”