Sanità, Congresso Amsi: "Più di 17801 medici di origine straniera lavorano in Italia
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- 28 novembre 2016 Area Malpensa Istituzioni
COMUNICATO STAMPA
Sanità, Congresso Amsi: "Più di 17801 medici di origine straniera lavorano in Italia contribuendo alla crescita del SSN e costruendo ponti di cooperazione internazionale con i nostri Paesi di Origine "
Si svolgerà il 3 dicembre a Roma il Congresso AMSI; più di 500 Convegni realizzati in 16 anni a favore dei professionisti della Sanità italiani e di origine straniera. Sono oltre 17801 i ...
COMUNICATO STAMPA
Sanità, Congresso Amsi: "Più di 17801 medici di origine straniera lavorano in Italia contribuendo alla crescita del SSN e costruendo ponti di cooperazione internazionale con i nostri Paesi di Origine " Si svolgerà il 3 dicembre a Roma il Congresso AMSI; più di 500 Convegni realizzati in 16 anni a favore dei professionisti della Sanità italiani e di origine straniera. Sono oltre 17801 i medici di origine straniera che lavorano in Italia nel 2016;mantenendo la percentuale bilanciata di un 50% di uomini e un 50% di donne. Il loro numero è aumentato del 20,8% rispetto al 2011 quando erano 14737 e del 63% rispetto al 2001, quando erano 10900, come riportato dal portale della Federazione Nazionale dell'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (FNOMCeO). Questi numeri in crescita contribuiscono all'aumento dello scambio socio-sanitario tra i professionisti della Salute italiani e di origine straniera: un impulso allo sviluppo del Sistema Sanitario Nazionale SSN, incentivo alla cooperazione e all'internazionalizzazione. Così, l'Associazione dei Medici di Origine Straniera in Italia (AMSI), pioniera dell'integrazione tra i Professionisti della salute, in collaborazione con la FNOMCeO aggiunge nuove statistiche alla ricorrenza del Secondo Convegno del suo 17esimo Corso che si svolgerà il 3 dicembre a Roma dalle ore 8.30 alle ore 15.30 presso la Clinica Ars Medica ( V. Cesare Ferrero di Cambiano 29). Foad Aodi, in qualità di Presidente di Amsi e Membro della Commissione Salute Globale della FNOMCeO dichiara, infatti, prima del Convegno: "Siamo soddisfatti di portare avanti con successo il nostro lavoro. Oggi - aggiunge - attraversiamo la terza fase dell'immigrazione dei medici e dei professionisti della Salute. Negli anni '60 venivano studenti di origine straniera a studiare in Italia; il 40% dei laureati rimaneva a lavorare nel nostro Paese. La seconda fase dell'immigrazione è quella che abbiamo conosciuto dopo la caduta del muro di Berlino, con un'affluenza di medici e professionisti della Sanità già laureati nei loro Paesi, in particolare provenienti dai Paesi dell'Est (Russia, Romania, Moldavia, Albania e Polonia). Nella terza fase, che viviamo da 4 anni, arrivano meno studenti a causa del numero chiuso per l'immatricolazione ai corsi di laurea, ma il numero dei medici che lavorano in Italia è in continua crescita con due cambiamenti importanti: è diminuita considerevolmente l'affluenza dai Paesi dell'Est ed è cresciuto il numero dei medici e professionisti della Salute che provengono dai Paesi arabi e sudamericani. Se Amsi ha sostenuto e vinto numerose battaglie in oltre 16 anni di attività, ci sono ancora una serie di problematiche da risolvere per ottimizzare il lavoro degli stranieri in Italia, come rivelano le parole di Aodi: "La maggior parte dei medici di origine straniera lavora nel privato; una scelta forzata dal momento che per partecipare ai concorsi pubblici è necessario avere la cittadinanza. I medici di origine straniera che lavorano nel pubblico sono pochi e operano prevalentemente nella medicina di emergenza. Le altre branche più coperte dai medici di origine straniera sono: ginecologia; pediatria; ortopedia; fisiatria; cardiologia e chirurgia generale. La maggioranza dei medici svolgono la loro professione come medici di famiglia; pediatri convenzionati; medici generici o specialisti che lavorano presso case di cura, cliniche, centri di fisioterapia, centri di analisi e laboratorio convenzionati e privati. Oltre a questi ci sono numerosi liberi professionisti, dentisti e odontoiatri. Risulta crescente anche il numero delle ginecologhe donne che provengono dal Libano, dall'Iran, dalla Somalia e dai Paesi africani per la missione di aiutare altre donne. Ricordiamo che, nella sua storia ed attività, Amsi ha favorito l'integrazione non solo dei medici ma anche dei professionisti della Salute che lavorano in Italia come: gli infermieri; i fisioterapisti; gli odontoiatri e i farmacisti. Secondo le ultime statistiche gli infermieri di origine straniera sono più di 37.000 (nella maggioranza dei casi provenienti dai Paesi dell'Est); i fisioterapisti più di 3.500 (provenienti dai Paesi arabi, africani e sudamericani); i farmacisti oltre 2000. Anche loro, come i medici, lavorano soprattutto nel privato perché non possono partecipare ai concorsi pubblici. Il nostro impegno continua a favore di tutti, dei professionisti della Sanità che esercitano in Italia e dei loro colleghi di origine straniera, senza mai creare concorrenza o rivalità nel mercato del lavoro e combattendo così la fuga dei cervelli all'estero, la medicina difensiva e il precariato". Michele Baleanu, Portavoce di Amsi di origine rumena aggiunge: "Siamo orgogliosi di aver realizzato più di 500 Convegni di aggiornamento professionale volti alla cooperazione internazionale e alla conoscenza in 16 anni di attività. Continuiamo a fornire consulenze a tutti i professionisti italiani e di origine straniera attraverso i nostri sportelli Amsi, per il loro l'inserimento nel mercato del lavoro sia in Italia che all'estero, come hanno dimostrato le recenti richieste di lavoro in Arabia Saudita, in Ecuador, in Qatar, nei Paesi arabi e africani che abbiamo divulgato". Durante il Congresso del 3 dicembre, prima dello sviluppo del programma scientifico con l'erogazione di crediti ECM ai professionisti della Sanità, saranno illustrate le nuove proposte e collaborazioni di Amsi. Nell'occasione sarà infatti annunciata l'istituzione dell'Unione Medica Euromediterranea (UMEM) che conta già 35 membri tra Federazioni, Istituti, Associazioni e diverse realtà sanitarie dei Paesi Euromediterranei, tra i quali Amsi ed il movimento Uniti per Unire risultano soci fondatori. www.amsimed.org
Sanità, Congresso Amsi: "Più di 17801 medici di origine straniera lavorano in Italia contribuendo alla crescita del SSN e costruendo ponti di cooperazione internazionale con i nostri Paesi di Origine " Si svolgerà il 3 dicembre a Roma il Congresso AMSI; più di 500 Convegni realizzati in 16 anni a favore dei professionisti della Sanità italiani e di origine straniera. Sono oltre 17801 i medici di origine straniera che lavorano in Italia nel 2016;mantenendo la percentuale bilanciata di un 50% di uomini e un 50% di donne. Il loro numero è aumentato del 20,8% rispetto al 2011 quando erano 14737 e del 63% rispetto al 2001, quando erano 10900, come riportato dal portale della Federazione Nazionale dell'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (FNOMCeO). Questi numeri in crescita contribuiscono all'aumento dello scambio socio-sanitario tra i professionisti della Salute italiani e di origine straniera: un impulso allo sviluppo del Sistema Sanitario Nazionale SSN, incentivo alla cooperazione e all'internazionalizzazione. Così, l'Associazione dei Medici di Origine Straniera in Italia (AMSI), pioniera dell'integrazione tra i Professionisti della salute, in collaborazione con la FNOMCeO aggiunge nuove statistiche alla ricorrenza del Secondo Convegno del suo 17esimo Corso che si svolgerà il 3 dicembre a Roma dalle ore 8.30 alle ore 15.30 presso la Clinica Ars Medica ( V. Cesare Ferrero di Cambiano 29). Foad Aodi, in qualità di Presidente di Amsi e Membro della Commissione Salute Globale della FNOMCeO dichiara, infatti, prima del Convegno: "Siamo soddisfatti di portare avanti con successo il nostro lavoro. Oggi - aggiunge - attraversiamo la terza fase dell'immigrazione dei medici e dei professionisti della Salute. Negli anni '60 venivano studenti di origine straniera a studiare in Italia; il 40% dei laureati rimaneva a lavorare nel nostro Paese. La seconda fase dell'immigrazione è quella che abbiamo conosciuto dopo la caduta del muro di Berlino, con un'affluenza di medici e professionisti della Sanità già laureati nei loro Paesi, in particolare provenienti dai Paesi dell'Est (Russia, Romania, Moldavia, Albania e Polonia). Nella terza fase, che viviamo da 4 anni, arrivano meno studenti a causa del numero chiuso per l'immatricolazione ai corsi di laurea, ma il numero dei medici che lavorano in Italia è in continua crescita con due cambiamenti importanti: è diminuita considerevolmente l'affluenza dai Paesi dell'Est ed è cresciuto il numero dei medici e professionisti della Salute che provengono dai Paesi arabi e sudamericani. Se Amsi ha sostenuto e vinto numerose battaglie in oltre 16 anni di attività, ci sono ancora una serie di problematiche da risolvere per ottimizzare il lavoro degli stranieri in Italia, come rivelano le parole di Aodi: "La maggior parte dei medici di origine straniera lavora nel privato; una scelta forzata dal momento che per partecipare ai concorsi pubblici è necessario avere la cittadinanza. I medici di origine straniera che lavorano nel pubblico sono pochi e operano prevalentemente nella medicina di emergenza. Le altre branche più coperte dai medici di origine straniera sono: ginecologia; pediatria; ortopedia; fisiatria; cardiologia e chirurgia generale. La maggioranza dei medici svolgono la loro professione come medici di famiglia; pediatri convenzionati; medici generici o specialisti che lavorano presso case di cura, cliniche, centri di fisioterapia, centri di analisi e laboratorio convenzionati e privati. Oltre a questi ci sono numerosi liberi professionisti, dentisti e odontoiatri. Risulta crescente anche il numero delle ginecologhe donne che provengono dal Libano, dall'Iran, dalla Somalia e dai Paesi africani per la missione di aiutare altre donne. Ricordiamo che, nella sua storia ed attività, Amsi ha favorito l'integrazione non solo dei medici ma anche dei professionisti della Salute che lavorano in Italia come: gli infermieri; i fisioterapisti; gli odontoiatri e i farmacisti. Secondo le ultime statistiche gli infermieri di origine straniera sono più di 37.000 (nella maggioranza dei casi provenienti dai Paesi dell'Est); i fisioterapisti più di 3.500 (provenienti dai Paesi arabi, africani e sudamericani); i farmacisti oltre 2000. Anche loro, come i medici, lavorano soprattutto nel privato perché non possono partecipare ai concorsi pubblici. Il nostro impegno continua a favore di tutti, dei professionisti della Sanità che esercitano in Italia e dei loro colleghi di origine straniera, senza mai creare concorrenza o rivalità nel mercato del lavoro e combattendo così la fuga dei cervelli all'estero, la medicina difensiva e il precariato". Michele Baleanu, Portavoce di Amsi di origine rumena aggiunge: "Siamo orgogliosi di aver realizzato più di 500 Convegni di aggiornamento professionale volti alla cooperazione internazionale e alla conoscenza in 16 anni di attività. Continuiamo a fornire consulenze a tutti i professionisti italiani e di origine straniera attraverso i nostri sportelli Amsi, per il loro l'inserimento nel mercato del lavoro sia in Italia che all'estero, come hanno dimostrato le recenti richieste di lavoro in Arabia Saudita, in Ecuador, in Qatar, nei Paesi arabi e africani che abbiamo divulgato". Durante il Congresso del 3 dicembre, prima dello sviluppo del programma scientifico con l'erogazione di crediti ECM ai professionisti della Sanità, saranno illustrate le nuove proposte e collaborazioni di Amsi. Nell'occasione sarà infatti annunciata l'istituzione dell'Unione Medica Euromediterranea (UMEM) che conta già 35 membri tra Federazioni, Istituti, Associazioni e diverse realtà sanitarie dei Paesi Euromediterranei, tra i quali Amsi ed il movimento Uniti per Unire risultano soci fondatori. www.amsimed.org