“IL MAGA? MI DISPIACE MA NON POSSIAMO PERMETTERCELO”

“IL MAGA? MI DISPIACE MA NON POSSIAMO PERMETTERCELO” Da anni il MAGA è al centro dei dibattiti nella piazza gallaratese, MAGA si MAGA no. L’accordo con la Triennale è saltato e il grattacapo della gestione del mega-museo resta sul tavolo, anzi sul fornello, con la pentola che scotta e col rischio di ustionare le mani di chi la tocca. IL problema era, è e sarà sempre lo stesso: costa troppo ed è fuori portata per la città di Gallarate. Al di là delle difficoltà contingenti com...

“IL MAGA? MI DISPIACE MA NON POSSIAMO PERMETTERCELO” Da anni il MAGA è al centro dei dibattiti nella piazza gallaratese, MAGA si MAGA no. L’accordo con la Triennale è saltato e il grattacapo della gestione del mega-museo resta sul tavolo, anzi sul fornello, con la pentola che scotta e col rischio di ustionare le mani di chi la tocca. IL problema era, è e sarà sempre lo stesso: costa troppo ed è fuori portata per la città di Gallarate. Al di là delle difficoltà contingenti come la definizione della personalità a cui affidare la presidenza, la ricerca ossessiva di nuovi e vecchi sponsor per alleggerire il salasso delle casse comunali o la speranza di realizzare nuove improbabili iniziative che possano almeno avvicinarsi al successo della mostra su Missoni, il vero problema resta quello si stabilire con onestà intellettuale se oggi Gallarate si possa permettere di sostenere un simile fiore all’occhiello. Fatto sta che, anche se è utile, se è un biglietto da visita grandioso, se è un patrimonio comune di cui essere orgogliosi, se è un motore di sviluppo sociale, se è una istituzione di caratura internazionale…… non ce lo possiamo permettere. Dalla sua inaugurazione il 19 marzo 2010 il MAGA ha fagocitato una media di un milione di euro annui sempre con la speranza di decollare, di acquisire una posizione di rilievo nel mondo artistico, sempre con la velleità di diventare un grande museo, ma la situazione che appare oggi è quella di una realtà ingessata senza programmi di sviluppo realistici e realizzabili. “Il MAGA è opportuno che raggiunga l’autosufficienza economica anche attraverso la revisione dello Statuto della fondazione” (sosteneva una delle slide elettorali del neo Sindaco Andrea Cassani), non può continuare a pesare per un milione di euro annui sulla comunità che in questo momento ha delle urgenze inderogabili nel settore scolastico (non solo) dove sono essenziali iniziative volte alla manutenzione, all’ammodernamento e alla messa in sicurezza delle strutture scolastiche esistenti. Bisogna pur arrivare al punto in cui si scende dal trenino dei sogni, si sale sul carretto del buon senso e si torna a declamare quella frase che tanto si usava negli anni andati in cui il paese cresceva a due cifre e la gente stava coi piedi per terra “Mi dispiace, ma non possiamo permettercelo”. Gallarate 9 dicembre 2016 Fabrizio Sbardella