ANCHE A GALLARATE A SCUOLA CON LA SCHISCETTA?
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- 12 dicembre 2016 Area Malpensa Gallarate
ANCHE A GALLARATE A SCUOLA CON LA SCHISCETTA? Adesso si comincia a parlare anche a Gallarate della schiscetta (gavetta per i nostalgici). Il Consigliere Comunale Luigi Fichera di Libertà per Gallarate ha presentato in commissione Cultura una mozione per permettere anche alle famiglie gallaratesi la possibilità di rinunciare ai servizi di mensa consentendo ai bambini di portarsi il pranzo da casa. Dopo che la Corte d’Appello di Torino (n. 1049 del 21 giugno 2016) ha deciso di ...
ANCHE A GALLARATE A SCUOLA CON LA SCHISCETTA? Adesso si comincia a parlare anche a Gallarate della schiscetta (gavetta per i nostalgici). Il Consigliere Comunale Luigi Fichera di Libertà per Gallarate ha presentato in commissione Cultura una mozione per permettere anche alle famiglie gallaratesi la possibilità di rinunciare ai servizi di mensa consentendo ai bambini di portarsi il pranzo da casa. Dopo che la Corte d’Appello di Torino (n. 1049 del 21 giugno 2016) ha deciso di estendere a chiunque ne faccia richiesta la possibilità di consumare a scuola il pasto portato da casa e dopo che Il Consiglio regionale ha discusso e
approvato una mozione del M5S Lombardia presentata dal consigliere Paola Macchi sull’argomento, il problema si pone prepotentemente anche a Gallarate.
La questione non riguarda il diritto in sé, acquisito con la sentenza, ma le modalità per permetterne l’applicazione nelle scuole senza porre in atto comportamenti discriminatori.
Spetta ai Comuni e agli Istituti Scolastici trovare la soluzione per rendere attuabile questa nuova prassi. I genitori stessi sono divisi tra chi intende usufruire del diritto di mandare a scuola i figli con un pasto fatto in casa e chi invece non approva e continuerà ad usufruire dei servizi di mensa. In questi anni molti Comuni lombardi, e non solo, hanno accumulato crediti verso le famiglie per i mancati pagamenti del servizio mensa scolastica anche perché talvolta il costo diventa insostenibile perché c’è molta confusione sia per le quote sia per le fasce ISEE che non sono omogenee tra i vari comuni e spesso non corrispondono più alla reale condizione delle famiglie. La scelta di portare il pasto da casa potrebbe favorire anche un miglioramento della qualità e dei costi mensa, ma va gestita con molta cautela per evitare che sorgano discriminazioni tra chi usa la mensa e chi non può permettersela o semplicemente non desidera farlo. Nessun bambino rischierebbe più di rimanere a digiuno, qualora il menù fosse sgradito, il pranzo preparato dalla mamma è sempre il migliore e comunque con lei un accordo si trova. Le mense negli ultimi hanno avuto esempi di eccellenza, ma hanno prodotto anche situazioni molto discutibili e a volte disastrose. Il fatto che l’utente possa scegliere uscendo dalla dinamica del monopolio, può portare i fornitori del servizio ad essere costretti ad alzare i livelli di qualità per mantenere i “clienti”. Il concetto di “mangia sta minestra o salta la finestra” avrà sicuramente delle giustificazioni, soprattutto se fornito gratis, ma se è a pagamento, sia pur a prezzo politico, sia pur a condizioni di favore, le famiglie dovrebbero avere il diritto di scegliere in base alla propria disponibilità finanziaria e ai propri gusti, se usufruire o no del servizio. Gallarate 12 dicembre 2016 Fabrizio Sbardella