Ospedale Saronno: il commento del direttore
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- 03 dicembre 2016 Area Malpensa Direttore-Fausto Bossi
di Lucio Bergamaschi Si nota un’anomala eccitazione in questi giorni girando per Saronno e non è causata dall’avvicinarsi delle feste natalizie. Troupe televisive nazionali stazionano in Via Manzoni davanti ai carabinieri e in Piazzale Borella davanti all’ingresso dellOspedale oppure girano su Corso Italia fermando ignari passanti per brevi interviste. Una pattuglia dell’Arma staziona davanti all’ospedale, un fatto anch’esso strano così come quel via vai di auto blu che entrano ed escono dal ...
di Lucio Bergamaschi Si nota un’anomala eccitazione in questi giorni girando per Saronno e non è causata dall’avvicinarsi delle feste natalizie. Troupe televisive nazionali stazionano in Via Manzoni davanti ai carabinieri e in Piazzale Borella davanti all’ingresso dellOspedale oppure girano su Corso Italia fermando ignari passanti per brevi interviste. Una pattuglia dell’Arma staziona davanti all’ospedale, un fatto anch’esso strano così come quel via vai di auto blu che entrano ed escono dal nosocomio. La sconvolgente vicenda che vede protagonisti il dr. Cazzaniga, vice primario del Pronto Soccorso e l’infermiera Taroni sua assistente nonché amante, ha portato improvvisamente la città del basso varesotto alla ribalta mediatica nazionale, una notorietà non certo gradita né ai vertici dell’Ospedale già sotto tiro per un presunto depotenziamento delle strutture né all’Amministrazione Comunale a guida leghista che in questi giorni non si è fatta né vedere né sentire. Le prime dichiarazioni del dottor Cazzaniga ci fanno percepire quale sia la posta in gioco. “L’ho fatto per alleviare le loro sofferenze, erano malati terminali destinati a morte certa” ha detto il medico che si autodefiniva scherzosamente “l’Angelo della morte” e che aveva studiato un apposto protocollo per dare la morte a malati considerati irrecuperabili. Dunque la vicenda non si configura soltanto come un banale delitto passionale consumato da una moglie insoddisfatta con l’aiuto del proprio amante nei confronti dell’ignaro marito ma coinvolge problematiche diverse e gigantesche: il diritto alla salute, l’autodeterminazione del malato, i confini della professione medica, l’eutanasia o “buona morte” e poi i controlli, le responsabilità della struttura organizzativa ecc. Ieri sera il Procuratore Capo di Busto Arsizio che conduce le indagini ha invitato tutti alla prudenza mentre l’Assessore Gallera ritornato a Saronno per la seconda volta in pochi giorni afferma che “Saronno non è l’ospedale degli orrori” ma una struttura efficiente che cura con successo decine di migliaia di malati all’anno con personale competente e dedito alla cura, cosa peraltro confermata dalla maggioranza dei commenti postati su FB. Il mio invito è dunque quello di essere prudenti nei giudizi, altre volte abbiamo assistito ad indagini partite con grande clamore mediatico e rivelatisi alla prova dei fatti come bolle di sapone. Non possiamo né dobbiamo criminalizzare un intero ospedale di 1000 persone per i comportamenti di due operatori, dobbiamo analizzare e circoscrivere le connivenze e le omertà di cui Cazzaniga e Taroni hanno goduto senza sopravvalutarle. Se è vero che qualcuno ha taciuto è anche vero che due infermieri (uno di origine rumena) hanno coraggiosamente scoperchiato il vaso di Pandora. I sistemi di controllo sistemico dunque seppur con qualche ritardo hanno funzionato. La riforma sanitaria prevede il cosiddetto whistleblowing (letteralmente soffiare il fischietto) ovvero la segnalazione anonima di possibili anomalie. Alla luce dei fatti è un sistema che occorre diffondere e potenziare.