Molina e dintorni 

di Lucio Bergamaschi


 
Come i nostri lettori avranno visto, finora ci siamo tenuti alla larga dalla questione Molina in attesa che il polverone sollevato dalle rivelazioni circa rapporti finanziari non del tutto chiari tra la benemerita Fondazione, la politica varesina e i media si abbassasse un po'. Ma visto che la questione non accenna a chiarirsi - anzi si complica - ci sentiamo in dovere di dire la nostra. Ovviamente non abbiamo alcun elemento per ipot...

di Lucio Bergamaschi

 

Come i nostri lettori avranno visto, finora ci siamo tenuti alla larga dalla questione Molina in attesa che il polverone sollevato dalle rivelazioni circa rapporti finanziari non del tutto chiari tra la benemerita Fondazione, la politica varesina e i media si abbassasse un po'. Ma visto che la questione non accenna a chiarirsi - anzi si complica - ci sentiamo in dovere di dire la nostra. Ovviamente non abbiamo alcun elemento per ipotizzare condotte meno che corrette da parte degli amministratori della Fondazione e in particolare del suo presidente Christian Campiotti. Entro certi limiti la considerazione che trattasi di un ente di diritto privato che dei suoi soldi può fare quello che vuole è ineccepibile. Siamo liberali e garantisti. E però è ancora viva nella memoria di tutti la vicenda che ha coinvolto un’altra fondazione sanitaria di diritto privato – Maugeri vi dice nulla? – in cui l’uso spregiudicato o per lo meno non chiaro di risorse pubbliche frutto di convenzioni e contratti con il sistema sanitario regionale ha provocato un cataclisma che alla fine ha fatto crollare l’impero del Celeste Formigoni dopo ben diciotto anni di egemonia incontrastata. Siamo di fronte all’ennesimo caso di “due pesi e due misure”? Forse che l’uso di risorse pubbliche è meno grave se diretto a favorire il centro sinistra stante i rapporti di pubblico dominio tra la Lista dei Bavaresi, la giunta Galimberti e il deus ex machina di rete 55 Airoldi che sarebbe – sottolineo tre volte il condizionale – il beneficiario di queste operazioni finanziarie? La richiesta di chiarezza – autorevolmente formulata oggi dal Presidente del Consiglio Regionale Cattaneo – ci sembra dunque quantomeno legittima così come ci lascia perplessi il perdurante silenzio della Fondazione anche davanti alla convocazione che la commissione consigliare aveva formulato nei confronti della stessa ci sembra nella piena attuazione del potere di sindacato ispettivo e delle funzioni di controllo che il massimo organo regionale ha nei confronti di un’istituzione convenzionata con il sistema sanitario pubblico. Staremo a vedere se e per quanto tempo questo silenzio durerà.  

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