La divisione dell'umanità secondo il principeTotò
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- 24 febbraio 2017 Area Malpensa Cultura
Le perle del Principe sono ancora molto attuali Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfiro-genito Gagliardi de Curtis di Bisanzio per brevità Antonio de Curtis, ma
meglio conosciuto come Totò il Principe della risata, maltrattato da vivo e diventato un mito dopo che se ne è andato. Ha accompagnato e divertito, a cavallo delle due guerre e fino alla sua morte nel 1967, intere generazioni di quegli italiani che, con l’ingegno ed il sudore, affron...
Le perle del Principe sono ancora molto attuali Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfiro-genito Gagliardi de Curtis di Bisanzio per brevità Antonio de Curtis, ma
meglio conosciuto come Totò il Principe della risata, maltrattato da vivo e diventato un mito dopo che se ne è andato. Ha accompagnato e divertito, a cavallo delle due guerre e fino alla sua morte nel 1967, intere generazioni di quegli italiani che, con l’ingegno ed il sudore, affrontavano la vita e cercavano di costruire un nuovo futuro, che cercavano disperatamente di lasciare alle successive generazioni un mondo migliore di quello che avevano trovato.
Di lui ci sono rimaste frasi celebri entrate nella nostra narrativa: “Il pazzo va assecondato, io sono propenso all'assecondamento: mi alleno con mia moglie.” - “Il pazzo intelligente, quando è guarito che cosa fa? Finge di essere ancora pazzo.” - “Più conosco gli uomini e più amo le bestie.” - “C'era una donna che gli uomini li faceva cadere per terra stecchiti. Non che fosse particolarmente affascinante, ma portava jella.” - “Nel dolore un orbo è avvantaggiato, piange con un occhio solo.” - “In Oriente non è che le donne sono calde, e non sono nemmeno fredde. Sono a bagnomaria.” - “Gli Avvocati difendono i ladri. Sa com’è….tra colleghi” - “Il coraggio non mi manca. È la paura che mi frega.”
Ma è la sua classificazione dell’umanità che mi è rimasta impressa nella memoria ed è in un suo breve monologo nel film "Siamo uomini o caporali?":
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Dottore, Le spiego. L'umanità io l'ho divisa in due categorie di persone: uomini e caporali. La categoria degli uomini è la maggioranza, quella dei caporali per fortuna è la minoranza. [youtube https://www.youtube.com/watch?v=fLM__TzWO8E] Gli uomini sono quegli esseri costretti a lavorare tutta la vita come bestie, senza vedere mai un raggio di sole, senza la minima soddisfazione, sempre nell'ombra grigia di un'esistenza grama. I caporali sono appunto coloro che sfruttano, che tiranneggiano, che maltrattano, che umiliano. Questi esseri invasati dalla loro bramosia di guadagno li troviamo sempre a galla, sempre al posto di comando, spesso senza avere l'autorità, l'abilità o l'intelligenza, ma con la sola bravura delle loro facce toste, della loro prepotenza, pronti a vessare il povero uomo qualunque. Dunque, dottore, ha capito? Caporali si nasce, non si diventa: a qualunque ceto essi appartengano, di qualunque nazione essi siano, ci faccia caso: hanno tutti la stessa faccia, le stesse espressioni, gli stessi modi, pensano tutti alla stessa maniera."