Lavorare nel settore pubblico nuoce gravemente alla salute
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- 23 febbraio 2017 Area Malpensa Commercio
Lavorare nel settore pubblico nuoce gravemente alla salute
Nel pubblico ci si ammala di più che nel privato Un’analisi dei dati dell’Inps fatta dall’
Ufficio studi
della CGIA di Mestre ha riscontrato che le assenze per motivi di salute nel pubblico impiego registrate nel 2015 hanno interessato il 57 per cento di tutti gli occupati (poco più di 1 dipendente su 2); mentre nel settore privato la quota si è fermata ...
Lavorare nel settore pubblico nuoce gravemente alla salute
Nel pubblico ci si ammala di più che nel privato Un’analisi dei dati dell’Inps fatta dall’
Ufficio studi
della CGIA di Mestre ha riscontrato che le assenze per motivi di salute nel pubblico impiego registrate nel 2015 hanno interessato il 57 per cento di tutti gli occupati (poco più di 1 dipendente su 2); mentre nel settore privato la quota si è fermata al 38 per cento (più di 1 dipendente su 3). Pur avendo lo stesso andamento in entrambi i settori, gli eventi di malattia per classe di durata presentano uno scostamento “sospetto” nel primo giorno di assenza. Se nel pubblico costituiscono il 25,7 per cento delle assenze totali, nel privato si riducono di oltre la metà: 12,1 per cento. Altrettanto interessante è il risultato che emerge dall’elaborazione relativa agli eventi di malattia per regione. Tra il 2012 (primo anno per il quale è possibile avere una rilevazione completa) e il 2015, in tutte le regioni d’Italia sono in aumento le assenze nel pubblico (dato medio nazionale pari a +11,9 per cento), con punte che superano il 20 per cento in Umbria e Molise. “È evidente – dichiara il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – che non abbiamo alcun elemento per affermare che dietro questi numeri si nascondano forme più o meno velate di assenteismo. Tuttavia qualche sospetto c’è. Se in Calabria, ad esempio, tra il 2012 e il 2015 le assenze per malattia nel settore pubblico sono aumentate del 14,6 per cento, mentre nel privato sono scese del 6,2 per cento, è difficile sostenere che ciò si sia verificato perché i dipendenti pubblici di quella regione sono più cagionevoli dei conterranei che lavorano nel privato”. Somma Lombardo 23 febbraio 2017 La redazione