La Giobia non è una donna destinata a morire sul rogo.
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- 27 gennaio 2018 Area Malpensa Castellanza
non è una donna destinata a morire sul rogo.I nostri avi avevano usanza di accendere grandi falò a scopo rituale. Il fuoco che scaldava, permetteva la cottura dei cibi e molto altro ancora, aveva un ruolo importante nei riti sacri e scandiva momenti importanti della vita rurale e sociale degli antichi. L'usanza dei falò si è mantenuta fino ai nostri giorni all' interno di quelle che sono le feste popolari tramandate nel tempo. Ma il vero significato di queste tradizioni è an...
non è una donna destinata a morire sul rogo.I nostri avi avevano usanza di accendere grandi falò a scopo rituale. Il fuoco che scaldava, permetteva la cottura dei cibi e molto altro ancora, aveva un ruolo importante nei riti sacri e scandiva momenti importanti della vita rurale e sociale degli antichi. L'usanza dei falò si è mantenuta fino ai nostri giorni all' interno di quelle che sono le feste popolari tramandate nel tempo. Ma il vero significato di queste tradizioni è andato a perdersi e i fuochi di Sant' Antonio Abate, quelli di San Giovanni sono conosciuti dai più come momenti di ritrovo e divertimento. Così è anche per la ricorrenza della Giobia. Festa popolare diffusa in molti territori lombardi che ricorda il bruciare di una vecchia sul rogo. Ma cosa si cela dietro a questi antichi usi ? Anticamente la vita dei nostri avi dipendeva dai raccolti. Il freddo dell'inverno, il buio, dettavano una serie di regole che permettevano la sopravvivenza. Quelle che ora sono associate a tradizioni erano molto spesso esigenze che davano modo gestire al meglio, i disagi della stagione fredda, stagione che era simboleggiata dalle tenebre, dalla paura e dalla morte. La terra, il divino, moriva per riprendere vita e preparare l'apertura alle stagioni calde che si ripresentavano in un nuovo ciclo.
La Giobia non è una donna destinata a morire sul rogo. E' la luce che arriva, il dono della natura che si rinnova. Il sacrificio estremo di Madre Terra che cede al sonno, alla morte del gelo per permettere nuova vita. Nulla a che fare con immagini di Streghe che tanto riportano ai tempi bui dell'inquisizione, ma segno tangibile della vita che si rinnova e di un antica saggezza che non vuole essere dimenticata. E' il valore della cultura e della storia, non solo nei grandi episodi, quelli riportati sui libri ma nelle sfumature del quotidiano,usanze nate dal lavoro e dalle fede dei nostri avi. Nel fuoco purificatore bruciano le paure, i dolori e il buio. E' la saggezza che si presenta riportandoci per un attimo in tempi ormai dimenticati. Nel ridere e scherzare davanti al falò si possa trarre una riflessione: il valore della cultura antica e delle tradizioni e il rispetto della donna, del suo valore nel donare la vita anche a costo del sacrificio di sé. Un valore immenso che la natura ci propone e ripropone in ogni tempo... Cesarina Briante (C)