Randagismo, problema e interessi nascosti
Sicilia: le Istituzioni e i comuni, totalmente inadempienti, restano a guardare
La drammatica situazione di abbandono in
cui versa il randagismo nel sud Italia, in particolare in Sicilia, è
catastrofico: episodi di violenza in aumento, abbandoni e sempre più frequenti
avvelenamenti.
Le Istituzioni e i comuni, totalmente
inadempienti, restano a guardare nonostante esistano leggi nazionali e
regionali che prevedono non solo l’intervento diretto delle forze di Polizia
Urbana, che non avviene mai, ma soprattutto che i comuni predispongano nel loro
territorio di competenza la presenza di canili sanitari ove effettuare le
sterilizzazioni, le chippature, nonché il soccorso degli animali vaganti malati
o incidentati. Tutto ciò non solo non avviene, ma per di più ha creato un
perverso scenario dove associazioni pseudo-animaliste hanno trovato terreno
fertile nel lucrare sulla pelle degli animali. E’ a loro, infatti, che viene
affidata dietro compenso la custodia dei randagi in difficoltà segnalati dai
cittadini, animali costretti a vivere in veri e propri leager e di cui,
purtroppo, spesso si perdono le tracce.
Non
solo chi di competenza viola leggi nazionali sulla tutela degli animali nel
territorio, ma quello che è più grave è che nessuno interviene davanti ad
episodi di violenza, quali per esempio i continui avvelenamenti, le
impiccagioni ecc.(non ultimi gli episodi di avvelenamenti a Sciacca e nel
trapanese e l’agrigentino), che oltretutto rappresentano un Reato Penale, se
non dopo che sono avvenute e che quei cittadini che si ribellano manifestano
con sdegno contro tutto ciò agitando l’opinione
pubblica.
Da anni si batte perché le cose cambino
Antonio Borrello, Presidente della nascente Associazione “Cuore Randagio”, che
basandosi sul dato di fatto che gli animali sono esseri senzienti, capaci
di soffrire, provare dolore e piacere, amare e comunicare, sostiene che ciò li
rende soggetti morali portatori di diritti da tutelare. l’Associazione Nazionale
“Cuore Randagio” Onlus nasce infatti con l’obiettivo principale di
abolire ogni forma di violenza e sfruttamento a danno di ogni tipo di animale.
Ha studiato degli innovativi progetti chiamati
“OASI”che prevedono ampie aree in cui poter strutturare non soltanto una zona
canile di detenzione dei randagi in attesa di adozione, o da rieducare prima
dell’adozione; ma anche l’area sanitaria in cui microchippare i randagi
recuperati nonché operare le sterilizzazioni ed affrontare il primo soccorso;
aree in cui accogliere le famiglie, con l’assistenza di uno psicologo che
accompagni le adozioni perché vadano a buon fine; ed un’area cimiteriale.
Una prima realtà nascerà nel SUD D’Italia
e diverrà realtà in Calabria ed in particolare nel Comune di Siderno, ove
l’Associazione Cuore Randagio Onlus, ha già acquisito un terreno di mq. 25.000
circa, confiscato alla mafia, dové in corso un progetto per la costruzione dell’Oasi
( Clinica veterinaria per la sterilizzazione – cimitero – inceneritore e altri
servizi), ma paradossalmente in Sicilia sebbene si sia individuato un
territorio abbastanza capiente, per altro di beni confiscati alla mafia, su cui
potere strutturarne un’altra (che per di più potrebbe funzionare addirittura come
punto d’appoggio regionale), si aspettano
i termini per poter usufruire dei fondi necessari per supportare la struttura,
che a confronto di quelle comunali già previste dal 2000 con la legge 15, mai
ottemperate, comporterebbe una spesa totale minore con una maggiore
funzionalità.
Purtroppo però quando la scorsa settimana
il Presidente della Regione Sicilia, sensibile sul tema perché anche lui amante
degli animali, ha incontrato i veterinari delle Asp insieme ad alcuni
rappresentanti delle Associazioni animaliste per discutere come affrontare
definitivamente il tema randagismo, ha omesso di invitare anche il
rappresentate di questa innovativa associazione che da anni, e spesso con
parole crude, denuncia ad alta voce che in un Paese che possa ritenersi civile
questi episodi di violenza non debbono continuare a sussistere.
Probabilmente
per questo ritenuto dagli esponenti delle altre Associazioni animaliste “una
persona scomoda”, senza arrendersi ha richiesto personalmente udienza al
Presidente Musumeci, fiducioso nell’apertura di un Presidente della Regione
finalmente sensibile al problema, e certo di poter essere di supporto viste le
innovative idee che vuole proporre.