Sicilia diventa terra “occidentale”: Giornata di Studi sulla Battaglia delle Egadi.
- 02 maggio 2018
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10 marzo del 241 a.C. la Sicilia diventa terra “occidentale”:
Giornata di Studi sulla Battaglia delle Egadi
Scheda: La
battaglia delle Egadi
La battaglia delle Egadi è uno di quegli eventi
che, da Polibio in poi, hanno alimentato il dibattito sulle guerre puniche,
sulle loro cause e sulla svolta geopolitica che ne conseguì, ed hanno acceso
l’immaginazione soprattutto sulla spettacolarità delle vicende belliche.
I Cartaginesi di Amilcare erano assediati sulle
balze nord-orientali del monte Erice che sovrasta la città di Trapani (l’antica
Drepanum). I Romani ne tenevano saldamente le pendici occidentali e la vetta,
lasciando in mano nemica soltanto un corridoio che dava accesso al mare nei
pressi dell’odierna baia di Bonagia. La situazione si aggrava con l’arrivo
della flotta romana che occupa le acque antistanti Drepanum e le rade di
Lilibeo. L’intera costa occidentale dell’isola resta quindi tagliata fuori da
ogni collegamento con Cartagine; Lilibeo, fondamentale snodo marittimo e
terrestre della Sicilia punica, rimane senza sbocchi a causa del blocco romano.
I Cartaginesi tentano di tutto pur di soccorrere
Amilcare chiuso sul monte. A tal proposito approntano una forza navale al
comando dell’ammiraglio Annone che, partita da Cartagine, raggiunge Marettimo
(Hiera) dove attese vento e mare favorevoli per l’ultimo balzo verso la Sicilia
per soccorrere i propri connazionali.
Lutazio Catulo intuisce la rotta delle navi puniche
che, da Hierà, evitando naturalmente la costa pattugliata tra Drepana e
Lilibeo, avrebbero puntato su Erice, ampliando il raggio di navigazione verso
l’accesso nord-orientale dell’attuale Torre di Bonagia: occorreva tagliarne la
rotta, volgendo a favore dei Romani quel forte libeccio che, pur propizio alle
vele nemiche, non le avrebbe comunque alleggerite del pesante carico di
vettovaglie in caso di un attacco a sorpresa.
Lo scontro avvenne a Nord di Levanzo laddove le
ricerche archeologiche effettuate dalla Soprintendenza del Mare, in
collaborazione con Fondazione private, hanno messo in evidenza le prove che
ormai fugano ogni dubbio sulla reale cinetica della battaglia.
Lutazio Catulo si nascose dietro l’alta mole di
Capo Grosso di Levanzo e, quando vide sopraggiungere il nemico a vele spiegate
diede ordine di tagliare le cime d’ormeggio e salpare in fretta in modo da
colpire le navi nemiche al traverso. Ci volle poco a scatenare la confusione e
lo sgomento tra i marinai cartaginesi. In preda al panico parte della flotta
rientrò verso Cartagine, parte fu distrutta o catturata da Lutazio Catulo,
ponendo fine alla Prima
Guerra Punica tra Cartaginesi e Romani.