“Protocollo d’intesa in materia di illecito collocamento ed intermediazione di manodopera”

“Protocollo d’intesa in materia di illecito collocamento ed intermediazione di manodopera” In data odierna il dott. Tommaso Buonanno (Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Brescia), il Colonnello Giuseppe Arbore (Comandante provinciale della Guardia di Finanza), il dott. Domenico Arena (Direttore provinciale dell’Agenzia delle Entrate) e il dott. Alessandro Casile (Direttore provinciale dell’I.n.p.s.), hanno sottoscritto un protocollo d’intesa in materia di illecito collocamento...

“Protocollo d’intesa in materia di illecito collocamento ed intermediazione di manodopera” In data odierna il dott. Tommaso Buonanno (Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Brescia), il Colonnello Giuseppe Arbore (Comandante provinciale della Guardia di Finanza), il dott. Domenico Arena (Direttore provinciale dell’Agenzia delle Entrate) e il dott. Alessandro Casile (Direttore provinciale dell’I.n.p.s.), hanno sottoscritto un protocollo d’intesa in materia di illecito collocamento e intermediazione di manodopera, il cui obiettivo è quello di rafforzare l’azione degli organi accertatori a contrasto delle gravi distorsioni del mercato del lavoro e, in generale, del regime della libera concorrenza tra le imprese. L’accordo, fortemente voluto da tutti i soggetti aderenti, si fonda sulla necessità, in sempre più casi drammatica, di combattere discriminazioni nei confronti di masse di lavoratori, stranieri e non, costretti, anche a causa della persistente congiuntura economica negativa, ad accettare condizioni di lavoro illegali. Tale situazione è frequentemente associata a gravi manifestazioni criminali, quali: - l’uso strumentale di enti cooperativi in capo ai quali si possono concentrare una serie di manifestazioni “patologiche”, ora di natura “omissiva” (ad esempio, mancato deposito dei bilanci, mancata presentazione di dichiarazioni fiscali), ora di carattere più propriamente fraudolento (utilizzo di fatture per operazioni inesistenti; rappresentazione nelle scritture contabili di una realtà incoerente tanto con la natura stessa di società cooperative di produzione e lavoro quanto con la trasposizione nelle dichiarazioni fiscali; utilizzo in compensazione di crediti non spettanti o inesistenti); - la costituzione di consorzi privi di maestranze, che acquisiscono commesse offrendo condizioni particolarmente vantaggiose per i committenti – al limite del dumping contrattuale – e ne affidano l’esecuzione, mediante fittizi contratti di subappalto, a soggetti creati ad hoc che, a loro volta, reclutano la manodopera necessaria e commettono gli illeciti sopra evidenziati, al fine di conseguire, attraverso l’abbattimento del carico fiscale e del costo del lavoro, rilevanti guadagni a beneficio dei reali ed “occulti” (perché celati da prestanome) organizzatori; - la costituzione di cooperative “spurie”, caratterizzate dalla totale assenza di scopo mutualistico, da pratiche di governance non corrispondenti ai principi cooperativi di partecipazione effettiva e generalizzata della base sociale alla Pag. 2 di 2 gestione dell’impresa e da una vita assai breve (al massimo, 2/3 anni) per eludere eventuali controlli e vanificare le conseguenze penali; Peraltro le realtà economiche che si avvalgono dei predetti consorzi, incuranti delle condizioni capestro imposte a tutta la filiera dei servizi sottostanti, qualora estranee all’organizzazione e alla realizzazione della frode, traggono dalla stessa un considerevole vantaggio, potendo usufruire di manodopera estremamente flessibile ad un costo di gran lunga inferiore a quello che avrebbero sostenuto mediante assunzioni dirette o approvvigionamenti presso soggetti autorizzati (agenzie di lavoro interinale) Il protocollo rappresenta il traguardo di un percorso già condiviso negli ultimi anni e dimostratosi utile per: - accertare ed individuare i singoli profili di responsabilità e i vincoli associativi tra i vari soggetti coinvolti, - assicurare l’efficacia dell’azione attraverso un immediato scambio informativo su specifiche istruttorie al fine di conferire concretezza all’azione amministrativa e penale, - valorizzare la sperimentazione di “modelli” di indagine, complessi e coordinati, con il coinvolgimento dei diversi attori istituzionali. La necessità di una vigilanza rafforzata emerge chiaramente da alcuni dati che sono significativi della portata del fenomeno. Nel corso del 2015 sono stati individuati 489 lavoratori in nero e 558 irregolari e sono stati disconosciuti 1.555 rapporti di lavoro (+ 77% sul dato del 2014). I falsi rapporti di lavoro sono spesso da ricondursi a false assunzioni per il rinnovo / rilascio di permessi di soggiorno o per l’ottenimento di prestazioni a sostegno del reddito. L’obiettivo, ambizioso, è quello di assicurare, attraverso un’azione di indirizzo e direzione dell’Autorità Giudiziaria, un efficace coordinamento delle Istituzioni impegnate nell’attività di contrasto ottenendo, in tempi rapidi, l’emissione di provvedimenti necessari ad interrompere la reiterazione degli illeciti, assicurare il ristoro per le casse dell’erario del danno arrecato, impedire lo sfruttamenti della manodopera. Brescia, lì 26 maggio 2016