Risolto il caso della donna uccisa e buttata nel Po nel maggio del 2016
- /
- 21 febbraio 2018 Altri Comuni
Risolto il caso della donna uccisa e buttata nel Po nel maggio del 2016 e ripescata nel mese di giugno in una diga in località Isola Serafini. I carabinieri di Stradella hanno arrestato Franco Vignati, pensionato 64 enne ex assessore bel comune di Chignolo Po (PV). Kruja Lavdije, una badante albanese 40 enne residente a Mirandolo Terme era scomparsa nel maggio del 2016 e il suo corpo era stato ripescato nel mese di giugno in una diga in località del comune di Monticelli d'Ong...
Risolto il caso della donna uccisa e buttata nel Po nel maggio del 2016 e ripescata nel mese di giugno in una diga in località Isola Serafini.
I carabinieri di Stradella hanno arrestato Franco Vignati, pensionato 64 enne ex assessore bel comune di Chignolo Po (PV). Kruja Lavdije, una badante albanese 40 enne residente a Mirandolo Terme era scomparsa nel maggio del 2016 e il suo corpo era stato ripescato nel mese di giugno in una diga in località del comune di Monticelli d'Ongina (PC) con un colpo di pistola alla tempia. La donna, che aveva un figlio allora dodicenne, aveva una relazione con il pensionato e l’aveva chiusa pochi mesi prima della sua scomparsa. Secondo il procuratore di Lodi, Domenico Chiaro è stata “una vera e propria esecuzione”, la donna era stata uccisa con un colpo di pistola alla nuca e il corpo è stato poi buttato nel fiume. Per la procura di Lodi il pensionato, ex assessore comunale di Chignolo Po (Pavia), non si era rassegnato alla fine della relazione decisa dalla donna. È stato un “femminicidio in piena regola” secondo il procuratore Domenico Chiaro ha chiuso le indagini dopo il rigetto, da parte della Cassazione, del ricorso del difensore del pensionato contro l’ordinanza di custodia cautelare perché “C’era il rischio di sottovalutare il caso, invece sono stati condotti accertamenti a 360 gradi di fronte a un caso estremamente complesso e a un uomo capace di cambiare più volte versione e di manipolare a suo piacimento la realtà”. L’omicidio sarebbe avvenuto il 30 maggio del 2016, sei giorni dopo che la donna aveva deciso di lasciare l’uomo che viveva nella casa di lei e non accettava la scelta e l’aveva convinta ad incontrarlo per proporle un lavoro. Prima di incontrarsi con la donna il pensionato sarebbe andato a casa della ex moglie dove avrebbe preso una pistola calibro 7,62, che deteneva regolarmente e ciò ha indotto gli inquirenti a contestargli anche l’aggravante della premeditazione dell’omicidio, aggravato dalla volontarietà e dai futili motivi. I due si sarebbero appartati in una zona isolata, vicino alla sponda del fiume e quando la donna gli ha voltato le spalle, il pensionato avrebbe estratto l’arma e avrebbe fatto fuoco, un colpo soltanto, alla base del cranio, che ha ucciso all’istante la vittima. Stradella 19 febbraio 2018 La Redazione