CASTELLANZA: incontro sul bene confiscato alla mafia

Incontro sul bene confiscato alla mafia e i due  da sinistra il vicesindaco Cristina Borroni, il sindaco mirella cerini e i due esponenti di officine casina Francesca zampa e il.presidente Michele Costalunga nella foto. LA LUCE CHE SVERGOGNA IL BUIO .  Cambio di vita per l'immobile di  a Castellanza passato dall'essere un luogo detenuto dalla criminalità organizzata a una nuova oasi di legalità.      CASTELLANZA-  Fino a non mol...

Incontro sul bene confiscato alla mafia e i due  da sinistra il vicesindaco Cristina Borroni, il sindaco mirella cerini e i due esponenti di officine casina Francesca zampa e il.presidente Michele Costalunga nella foto. LA LUCE CHE SVERGOGNA IL BUIO .  Cambio di vita per l'immobile di  a Castellanza passato dall'essere un luogo detenuto dalla criminalità organizzata a una nuova oasi di legalità.      CASTELLANZA-  Fino a non molti anni fa era uno dei quartieri generali della criminalità organizzata. Ora, invece, quella destinazione è incenerita e ha fatto spazio a un’oasi di legalità e socialità. L’edificio di via Montello 18 confiscato alla mafia è rinato grazie all’amministrazione comunale e all’associazione “Officine Casona”, gruppo di volontari che hanno proposto un progetto mirante a fare di quel luogo un centro pulsante di socialità, formazione lavoro e linguistica per dodici rifugiati e richiedenti asilo. Il nome scelto per lo spazio è eloquente: “Parallelo, prodotti da scappati di casa”. L’inaugurazione ufficiale avverrà domenica 1 ottobre  dalle 16 alla presenza del presidente di Regione Lombardia Raffaele Cattaneo, del consigliere regionale Antonio Girelli e delle associazioni Libera, Fondazione Somaschi e cooperativa Intrecci. Tutto parte dal 2011 quando l’immobile è sottratto ai possedimenti dell’esponente della criminalità organizzata Antonino Zacco detto “Sommelier” e dedito al commercio di droga ed entra a fare parte del patrimonio del comune di Castellanza. Poi lo spazio è stato affittato dal Credito Valtellinese, in seguito concesso alla parrocchia e infine assegnato, con un bando, alle Officine Casona. “Il messaggio che si vuole dare-  ha detto il vicesindaco Cristina Borroni – è che la mafia si può vincere e che come comune abbiamo il dovere di lottare per contrastare ogni forma di criminalità”. Michele Costalunga, presidente di “Officine Casona” e Francesca Zaupa, due degli otto ragazzi che hanno dato vita al progetto, ne hanno spiegato genesi e finalità: “il nostro intento – ha ricordato il primo – era di creare un luogo di formazione e inserimento lavorativo per rifugiati e richiedenti asilo coinvolgendoli in varie iniziative”. Queste ultime sono state riassunte da Zaupa: “organizziamo la mattina dalle 9 alle 13 corsi di formazione dedicati a loro in quattro ambiti, sartoria, ceramica, riparazione di biciclette e lavorazione del legno; durante il pomeriggio, poi, svolgono attività di vario tipo, i loro nominativi ci sono segnalati dagli educatori, noi valutiamo con loro se intendano aderire a questi progetti e li coinvolgiamo”. Laddove insomma vi era il cancro dell’illegalità è sorta ora una pianta rigogliosa in grado di essere valore aggiunto per l’intera comunità. redazione Varese Press