Meglio un morto che tre. Guerra tra le famiglie nel caso Noemi

Meglio un morto che tre avrebbe detto il padre del presunto assassino che a sua volta avrebbe detto che la ragazza aveva un piano per uccidere lui e la madre Il presunto assassino della giovane Noemi è guardato a vista nella casa protetta dove è rinchiuso per difenderlo dai rischi che potrebbe correre in carcere, visto che già all’uscita della caserma di Specchia è stato sottratto al linciaggio da parte della folla, e il Ministero e il Consiglio Superiore dell Magistratura in...

Meglio un morto che tre avrebbe detto il padre del presunto assassino che a sua volta avrebbe detto che la ragazza aveva un piano per uccidere lui e la madre

Il presunto assassino della giovane Noemi è guardato a vista nella casa protetta dove è rinchiuso per difenderlo dai rischi che potrebbe correre in carcere, visto che già all’uscita della caserma di Specchia è stato sottratto al linciaggio da parte della folla, e il Ministero e il Consiglio Superiore dell Magistratura inviano ispettori per verificare se vi siano stato ritardi nell’esaminare le segnalazioni arrivate al Tribunale dei Minori di Lecce. Gli ispettori dovrebbero verificare se il Tribunale di Lecce abbia vagliato tempestivamente la denuncia della mamma di Noemi, che chiedeva di allontanare quel ragazzo violento dalla sua bambina. La segnalazione al Tribunale de Minori era stata fatta prima dell’estate, a luglio e il tribunale aveva chiesto una relazione ai Servizi sociali del Comune di Specchia, che è stata inviata nello stesso mese. Il 31 agosto dal Tribunale è partito un provvedimento di affidamento di Noemi ai Servizi sociali e al Sert ma è giunto a destinazione il 5 settembre, quando la ragazzina era già morta. Maria Cristina Rizzo procuratore presso il Tribunale dei minori, spiega che sono in corso le verifiche sui tempi delle denunce e i successivi provvedimenti nonché sul contenuto delle stesse, tenendo in considerazione il fatto che "alla base di tutto c'è una guerra tra famiglie". Sono molto pesanti le dichiarazioni del giovane “L’ho fatto per voi, per salvarvi” ha scritto il diciassettenne reo confesso di avere assassinato la fidanzatina Noemi Durini. Secondo lui la ragazza aveva un piano per uccidere i suoi genitori ed essere libera di vivere la sua storia d’amore con il fidanzatino. La madre del ragazzo ha mostrato alle telecamere il bigliettino con la conferma dell’ultima versione fornita ai carabinieri che lo hanno arrestato. Non si è capito se fosse un originale o una semplice trascrizione, e neanche perché non fosse stato consegnato agli investigatori. Il padre del ragazzo detto di sapere dell'omicidio da martedì sera, prima del ritrovamento del corpo di Noemi, e il ragazzo gli avrebbe detto della sua decisione di volersi costituire ai carabinieri. L’uomo gli avrebbe risposto: “Se hai le palle ci devi andare da solo”. Avrebbe successivamente anche rilasciato un commento incredibile "Meglio un morto che tre". Le indagini sull’omicidio proseguono nel tentativo di chiarire i numerosi punti oscuri rimasti tra i quali la possibile complicità del padre del ragazzo, ma anche di altri componenti della famiglia. L’automobile ( a 17 anni scorrazzava liberamente per il paese senza che nessuno intervenisse) con cui il diciassettenne all’alba del 3 settembre è andato a prendere Noemi a casa della madre ed è stata sequestrata dopo che all’interno sono state trovate tracce di sangue. "L’ho uccisa con un coltello che Noemi aveva con sé quando è uscita dalla sua abitazione" avrebbe confessato il presunto assassino che avrebbe precisato di averla uccisa perché la ragazza "premeva per mettere in atto l’uccisione di tutta la mia famiglia ". Lunedì il medico legale Roberto Vaglio effettuerà l’autopsia del corpo della ragazza, sul quale sono presenti segni di pietre e tagli, e forse potrà chiarire le modalità dell’omicidio. Somma lombardo 15 settembre 2017 Fabrizio Sbardella