GUARDIA DI FINANZA DI BOLZANO. CORRUZIONE NEGLI APPALTI

GUARDIA DI FINANZA DI BOLZANO. CORRUZIONE NEGLI APPALTI PER LAVORI PRESSO L’OSPEDALE DI BOLZANO: ESECUZIONE DI UN’ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE (ARRESTI DOMICILIARI) E DI 6 MISURE INTERDITTIVE. A conclusione di una complessa attività d’indagine diretta dal gruppo specializzato in reati contro la Pubblica amministrazione, ambiente e tutela del lavoro della Procura della Repubblica di Bolzano (di recente istituzione), i militari del Gruppo della Guardia di Finanza del capoluogo altoatesino ha...

GUARDIA DI FINANZA DI BOLZANO. CORRUZIONE NEGLI APPALTI PER LAVORI PRESSO L’OSPEDALE DI BOLZANO: ESECUZIONE DI UN’ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE (ARRESTI DOMICILIARI) E DI 6 MISURE INTERDITTIVE. A conclusione di una complessa attività d’indagine diretta dal gruppo specializzato in reati contro la Pubblica amministrazione, ambiente e tutela del lavoro della Procura della Repubblica di Bolzano (di recente istituzione), i militari del Gruppo della Guardia di Finanza del capoluogo altoatesino hanno eseguito in data odierna sette provvedimenti cautelari emessi dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale alla stessa sede. Si tratta, in particolare, di un’ordinanza di custodia cautelare (arresti domiciliari) nei confronti del Direttore reggente pro tempore (dal dicembre 2015 all’ottobre 2017) dell’Ufficio Edilizia dell’Ospedale di Bolzano (F.M.) e di sei misure di divieto temporaneo dell’esercizio dell’attività d’impresa (della durata di 12 mesi) a carico di sei titolari (di diritto o di fatto) di aziende con sede a Bolzano (M.L., P.R., A.R., V.D., S.F. e B.S., tutti residenti a Bolzano e provincia), aggiudicatarie di appalti per lavori, servizi e forniture effettuati presso il nosocomio della città per importi cc.dd. “sottosoglia”, vale a dire entro il limite di 40.000 euro, superato il quale scattano procedure maggiormente vincolanti o a evidenza pubblica. Nel complesso le persone iscritte nel registro degli indagati sono 11 e i reati a vario titolo contestati sono quelli di “Corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio” (art. 319. c.p.), “Pene per il corruttore” (art. 321 c.p.), “Corruzione per l’esercizio della funzione” (art. 318 c.p.), “Turbata libertà degli incanti” (art. 353 c.p.) e “Truffa” (art. 640 c.p.). L’indagine, iniziata a marzo 2017, si è concentrata fin dalle prime battute sull’attività svolta dal suddetto Direttore reggente, cui competeva la gestione, predisposizione e affidamento delle procedure d’appalto relative ai lavori edili e manutentivi del comprensorio sanitario bolzanino; in tale veste, il Direttore, oltre che ricoprire il ruolo di “responsabile unico del procedimento” (il c.d. RUP), rivestiva anche la qualifica di pubblico ufficiale. Fin dai preliminari sviluppi investigativi, i rapporti tra quest’ultimo e alcuni imprenditori aggiudicatari di lavori erano apparsi sospetti, motivo per cui i finanzieri hanno esaminato la quasi totalità delle procedure d’affidamento nelle quali il Direttore reggente, a partire dalla sua nomina (avvenuta – come detto – nel 2015), ha assunto il ruolo di responsabile unico del procedimento (nel complesso circa 120 procedure). I successivi approfondimenti, svolti anche attraverso l’effettuazione di indagini tecniche e di numerose perquisizioni (presso l’abitazione del direttore reggente, l’Ufficio Edilizia dell’Ospedale di Bolzano e alcune imprese aggiudicatarie di appalti), hanno consentito di rilevare come 25 delle 120 procedure d’affidamento analizzate presentassero rilevanti profili d’illiceità. Almeno in un caso, è emerso che il Direttore reggente, al fine di mantenere la soglia degli affidamenti al di sotto del limite di 40.000 euro, avrebbe posto in essere un vero e proprio disegno criminoso. In particolare, avrebbe fatto risultare una parte dell’opera come acquisto diretto da parte dell’ospedale e, in concorso con il titolare di un’impresa risultata poi aggiudicataria, avrebbe frazionato artificiosamente l’appalto e simulato indagini di mercato che coinvolgevano diverse aziende, per la maggior parte compiacenti, che si rendevano disponibili a inviare preventivi “di comodo”. Inoltre, con riguardo al titolare della stessa impresa, il Direttore reggente avrebbe violato anche il “principio di rotazione” previsto dall’art. 36 del “Codice dei contratti pubblici”, favorendo in più occasioni il medesimo imprenditore locale. In altre circostanze, il Direttore suddetto avrebbe consentito, ad alcune imprese aggiudicatarie, l’emissione di fatture con importi maggiorati, supportate dalla predisposizione di “rapportini di lavoro” contenenti dati non veritieri con riguardo all’esecuzione delle prestazioni. Quale corrispettivo a fronte delle condotte illecite sopra descritte, il Direttore reggente avrebbe ricevuto per sé vantaggi patrimoniali consistenti, tra l’altro, in dazioni di denaro, lavori di ristrutturazione edilizia su immobili propri, lavori di tinteggiatura, lavori di pulizia presso immobili, lavori di falegnameria, trasporto mobili, buoni carburante, pagamento di riparazioni meccaniche e altri favori personali. L’attività sopra descritta si inserisce nell’ambito delle azioni di contrasto ai fenomeni corruttivi posto in essere dalla Guardia di Finanza, quale polizia economico-finanziaria, a tutela degli imprenditori corretti.