Varese,dal pan meino al panettone

Dal pan meino al panettone 23 Aprile San Giorgio Pan meino, pammeino, panigada, pan dei poveri, pan de mej, pan melghino, meliga: tutti i nomi del dolce tipico della tradizione contadina lombarda, creato aggiungendo alla farina di grano quella di mais (meliga) e di miglio (mej), poi cosparso di fiori di sambuco (paniga) essicati. In occasione della ricorrenza di San Giorgio, protettore dei lattai, si firmavano i contratti annuali per la fornitura del latte. Il reddito di tante famiglie contad...

Dal pan meino al panettone 23 Aprile San Giorgio Pan meino, pammeino, panigada, pan dei poveri, pan de mej, pan melghino, meliga: tutti i nomi del dolce tipico della tradizione contadina lombarda, creato aggiungendo alla farina di grano quella di mais (meliga) e di miglio (mej), poi cosparso di fiori di sambuco (paniga) essicati. In occasione della ricorrenza di San Giorgio, protettore dei lattai, si firmavano i contratti annuali per la fornitura del latte. Il reddito di tante famiglie contadine era così sicuro! Si festeggiava con pan meino inzuppato nella panna fresca. Leggendario pan meino... Dei briganti: dopo una dura battaglia, gli armigeri dei Visconti hanno la meglio su una banda di feroci briganti che infestano la campagna... é il giorno di San Giorgio. I contadini festeggiano con ciò che hanno: pane di miglio e crema di latte. Della principessa: un feroce drago, sterminati gli animali del villaggio, inizia a divorare le persone. Ma San Giorgio salva la principessa Cleodolinda, le regala un ramo fiorito di sambuco e uccide il drago. Tornati al castello, è festa grande! Cleodolinda entra nelle cucine e alcuni fiori secchi di sambuco cadono nell'impasto del dolce preparato per festeggiare la morte del drago. 8 Maggio San Vittore Martire Patrono di Varese, nato in Mauritania (III sec), era un soldato romano di stanza a Milano. Fu torturato e decapitato perché cristiano e il suo corpo fu abbandonato senza sepoltura. I suoi resti furono ritrovati ancora intatti, custoditi da due fiere. Fu Sant'Ambrogio che lo portò come esempio di fede e ne promosse il culto, facendo sorgere molte chiese a lui dedicate. I resti mortali di San Vittore sono conservati a Milano, nella Basilica di Sant' Ambrogio, nel sacello di San Vittore in Ciel d'Oro, decorato con pregevoli mosaici. Girometta d'oro: è il riconoscimento che la Famiglia Bosina, in occasione della festa patronale, assegna ad una personalità che si è particolarmente distinta, dando lustro e prestigio alla città di Varese. Si tratta della riproduzione delle "giromette", ossia omini di cera (un tempo di farina ed acqua), tradizionali figurine decorate con lustrini e piume colorate, che un tempo i pellegrini offrivano per la benedizione durante i pellegrinaggi al Sacro Monte di Varese. Il rito del Faro: risale al VII secolo e si celebra in occasione delle feste patronali solo per i santi martiri. La Messa solenne inizia con una processione che si ferma al limite del presbiterio, dove è sospeso un pallone, solitamente ornato con una croce, una corona e delle palme. Dopo il canto dei 12 Kyrie Eleison, mentre si ripete la sallenda (antifona del rito ambrosiano che accompagna la salita all'altare) il celebrante, con un'apposita verga sormontata da 3 candelette, incendia il pallone e sale in presbiterio. Novembre In questo periodo si preparano dolci molto croccanti da mangiare, per rendere omaggio alle persone care scomparse. Pan di mort: dolci scuri, spolverati di zucchero a velo, sono realizzati impastando gli avanzi di dolci sbriciolati, con l'aggiunta di frutta secca, aromi e cacao; l'antica ricetta milanese si è diffusa nel tempo in tutto il Nord Italia ed è simile a quella dei dolci che i greci offrivano a Demetra, dea delle messi, per propiziarsi un buon raccolto. Oss da mord: durissimi e chiari, sono a base di farina, albumi d'uovo, mandorle e canditi. Panettone Esistono diverse versioni sulla creazione di questo dolce. Pan de Toni Alla Vigilia di un Natale Toni, il capocuoco degli Sforza, brucia il dolce preparato per il banchetto ducale. Decide, così, di sacrificare il panetto di lievito madre che aveva da parte per il suo Natale; lo lavora a più riprese con farina, uova, zucchero, uvetta e canditi, fino ad ottenere un impasto soffice e molto lievitato. Il risultato è un successo strepitoso, tanto che Ludovico il Moro intitola il dolce appena creato "Pan de Toni", in omaggio al creatore. Speciale Pan del Toni Una seconda versione narra di Ughetto, figlio del condottiero degli Atellani che, per far colpo sulla bella e giovane Adalgisa, figlia del pasticcere Toni, commissiona al padre di lei uno speciale pane arricchito. Il dolce realizzato con burro, uova, zucchero, cedro e arancia canditi, ottiene il risultato sperato e così molti nobili iniziano a regalare il "Pan del Toni" alle proprie innamorate. Rito del ciocco Da autorevoli fonti storiche milanesi si apprende che a Milano, già a partire dall' XI secolo, era tradizione preparare per le feste natalizie tre pani grandi, diversi da quelli che si mangiavano durante il resto dell'anno; ogni capofamiglia li tagliava e li distribuiva ai presenti nel corso della celebrazione de "il rito del ciocco", una sorta di rievocazione dell'Ultima Cena. Col passare del tempo, il semplice e sacro pane di Natale, incorporando via via tutti gli ingredienti, che oggi vengono considerati tradizionali, si trasformò nell'amatissimo panettone. Dolce Benedetto Una leggenda fiabesca attribuisce la sua invenzione ad Ughetta, monaca in un convento molto povero che, per celebrare il Natale insieme alle sue sorelle, aggiunge all'impasto di pane un pò di zucchero, burro, canditi e uvetta (ughett in milanese), tracciando con il coltello una croce sulla sommità del dolce in segno di benedizione. fonte: Comune di Varese