IL PERITO MEDICO IN AULA PARLA DEL CASO DI LIDIA MACCHI
- /
- 19 settembre 2017
- /
- Views 31 Varese
Si torna in aula per far luce sul caso Lidia Macchi, il perito medico parla in aula del caso dopo trenta anni dall'assassino della ragazza Dopo 30 anni dall' assassinio della ragazza ci sono ancora dubbi irrisolti e alcune verità che forse resteranno un mistero per sempre. Il perito medico legale di quella sera che aveva inviato il Dna in Inghilterra è stato nuovamente ascoltato in aula. Un' intuizione quella di esaminare il Dna che all'epoca era una novità, avvenuta pe...
Si torna in aula per far luce sul caso Lidia Macchi, il perito medico parla in aula del caso dopo trenta anni dall'assassino della ragazza
Dopo 30 anni dall' assassinio della ragazza ci sono ancora dubbi irrisolti e alcune verità che forse resteranno un mistero per sempre. Il perito medico legale di quella sera che aveva inviato il Dna in Inghilterra è stato nuovamente ascoltato in aula. Un' intuizione quella di esaminare il Dna che all'epoca era una novità, avvenuta per caso da parte del pubblico ministero Agostino Abate che coordinava le indagini. Venne elaborato in Inghilterra ma essendo alle prime armi non ci furono notevoli risultati. Una prova che oggi sarebbe in grado di rivelare la verità assoluta in pochissimo tempo, peccato per la "leggerezza" del responsabile dell' ufficio del gip Ottavio D' Agostino, che chiese la distruzione dei vetrini nel 2000. La mamma di Lidia, un donna forte nella sua disperazione non vuole un colpevole, ma il colpevole. Stefano Binda è l' assassino di Lidia, il 50 enne che la notte fra il 5 e il 6 di gennaio dell' 87 ha prima abusato e poi ucciso Lidia con 29 coltellate, abbandonando il corpo a Sass Pini. Attraverso la prova del Dna tutto sarebbe più sicuro, un sollievo non solo per i familiari della ragazza ma anche per Binda, che ancora oggi si dichiara innocente. Dopo anni è tornato in aula anche il sacerdote, che aveva indirizzato Binda in un centro di recupero per risolvere i suo problemi di tossicodipendenza. Il 10 gennaio dell' 87, alcuni giorni dopo la morte della giovane , venne recapitata una lettera anonima a casa di Lidia " in morte di un' amica" una calligrafia che fu subito dopo attribuita a Stefano Binda, grazie a delle cartoline presentate da Patrizia Bianchi, ex amica della vittima. La psicologa Vera Slepoj analizzando la lettera ha attributo il gesto all' assassino, sostenendo poi che la sera dell' omicidio lui e Lidia si abbandonarono ad una notte di passione che purtroppo divenne tragedia. Sara Berettoni