I Boars di Cuasso alla (ri)scoperta di San Fratello

I Boars di San Fratello è una cittadina di quattromila abitanti in provincia di Messina. Cuasso al Monte, in provincia di Varese, ne conta circa tremila e cinquecento. Sono agli antipodi dello stivale, distanti circa un giorno pieno di auto o di pullman. Ma allora, cos’hanno in comune queste due realtà che ci appaiono così distanti? A dire il vero, molto più di quello che si potrebbe desumere da un’occhiata fugace all’atlante. San Fratello è un paese di montagna, com...

I Boars di San Fratello è una cittadina di quattromila abitanti in provincia di Messina. Cuasso al Monte, in provincia di Varese, ne conta circa tremila e cinquecento. Sono agli antipodi dello stivale, distanti circa un giorno pieno di auto o di pullman. Ma allora, cos’hanno in comune queste due realtà che ci appaiono così distanti? A dire il vero, molto più di quello che si potrebbe desumere da un’occhiata fugace all’atlante. San Fratello è un paese di montagna, come Cuasso, e vanta alcune peculiarità che la rendono una delle comunità più lombarde della Sicilia. Scopriamo infatti che la sua fondazione fu opera di coloni e soldati lombardi, che avevano seguito il conte Ruggero nelle sue mire espansionistiche siciliane. Tommaso Fazello, nel suo De Rebus Siculis, ci dice che furono proprio queste genti, arrivate dal Nord Italia, ad imporre il nome di San Frareau all’intero borgo. Ancora oggi, pensate, il dialetto sanfratellano è qualificato dai linguisti come una forma di gallo-italico e gli abitanti vengono apostrofati dagli altri siciliani, spesso forse con intento anche poco scherzoso, “lombardi”. Ora, la cosa che ci fa scappare un sorriso sorpreso da “tu guarda alle volte il caso” è che, nel periodo del miracolo economico italiano, molti dei “Sanfrardean”, discendenti da quella milizia del conte Ruggero, sono partiti per fare fortuna proprio alla volta di quella terra lombarda lasciata secoli prima e gran parte di loro giustappunto a Cuasso al Monte. Il legame tra le due collettività è tutt’ora molto intenso: non vi è un vero e proprio gemellaggio tra i due comuni ma, tra i Cuassesi, c’è chi ha un cugino, un nonno o uno zio rimasto a San Fratello. I Boars, la tifoseria dell’Fc Cuassese - di cui avevamo già scritto in un precedente articolo - ha pensato di provare a dare un po’ più di forma al legame identitario che vincola idealmente le due realtà montane. Così, i suoi appartenenti si sono messi in contatto con i tifosi del San Fratello e hanno deciso di supportarli con la propria presenza durante il derby “montanari/marinotti” con l’Asd Acquedolci. Sicuramente il sostegno della piccola delegazione cuassese non è stato determinante per ribaltare il pronostico – gli Acquedolciani hanno vinto con un roboante 4 a 1 – ma l’accoglienza è stata così calorosamente entusiastica da far passare, forse, il match in secondo piano: “tutto pagato, sorrisi sinceri e intensa gratitudine da parte dell’intera cittadinanza san fratellana” è stato il leitmotiv del racconto della trasferta. Lo scambio di sciarpe ha visto partecipe addirittura Sara Caprino, presidente dell’Asd San Fratello. Possiamo quindi ancora una volta affermare che, dove le istituzioni non hanno avuto modo di arrivare, sono giunti lo sport e il tifo: a Febbraio 2018, quelle 24 ore di macchina, non sembrano più così spossanti perché Cuasso e San Fratello sono vicine come non mai. Ad maiora. Anzi, ad astra. Giulio Maria Grisotto