Formazza celebra San Bernardo, patrono delle genti di montagna

convegno che si terrà in Formazza il 7 e 8 settembre. Le celebrazioni continueranno non solo nelle parrocchie e nelle città che hanno per patrono San Bernardo: Prato Sesia, Macugnaga, la Val Formazza, ma anche ad Aosta e al Gran San Bernardo. E poi presso le località o i corpi sociali che hanno come patrono San Bernardo. Pio XI l’ha elevato Patrono delle Alpi, e quindi San Bernardo è il custode delle genti delle Alpi e degli alpini. Questo San Bernardo – per non incorrere in qualche equivoco ...

convegno che si terrà in Formazza il 7 e 8 settembre. Le celebrazioni continueranno non solo nelle parrocchie e nelle città che hanno per patrono San Bernardo: Prato Sesia, Macugnaga, la Val Formazza, ma anche ad Aosta e al Gran San Bernardo. E poi presso le località o i corpi sociali che hanno come patrono San Bernardo. Pio XI l’ha elevato Patrono delle Alpi, e quindi San Bernardo è il custode delle genti delle Alpi e degli alpini. Questo San Bernardo – per non incorrere in qualche equivoco non è San Bernardo di Chiaravalle fondatore dei cistercensi e famoso per i suoi scritti – è un personaggio che si perde un poco nella nebbia dell’inizio del secondo millennio. Nel X secolo in Europa c’era stata una grande depressione, per ragioni economiche, civili e politiche, e un po’ anche per l’errata interpretazione di un testo dell’Apocalisse, che era stato sintetizzato nello slogan “mille, non più mille” (Ap, 20, 3-4), nel quale  si attribuivano mille anni al regno di Cristo (chiliasmo), prima della presunta fine del mondo. Al giro di boa del primo millennio, dunque nel primo secolo del secondo millennio, ci fu una ripresa della vita in Europa. La prima modalità della ripresa fu quella demografica e poi, a partire da essa, la ripresa degli scambi e dei commerci, e quindi della mobilità culturale europea. Nel secolo XI, anche nella Chiesa avviene un grande cambiamento, che va sotto il nome di Riforma gregoriana. È in questi tempi che si colloca il nostro santo, Bernardo, sul quale tra gli storici esiste una controversia circa il luogo della nascita, a partire dalle due vite disponibili. Anzi probabilmente in questi prossimi anni impareremo qualche cosa e forse riusciremo attraverso gli studi che sono previsti a determinare meglio il luogo di nascita: una prima Vita (di Riccardo di Valdisère) lo farebbe nascere a Mentone; però una successiva ricostruzione (risalente a una Vita beati Bernardi tramandata da due codici novaresi del XII-XIII secolo) lo fa nascere ad Aosta. Tre sono gli aspetti più determinati che gli storici e gli agiografi riferiscono al nostro santo. 1. Il primo è che San Bernardo, di cui conserviamo le sue reliquie nelle preziose teche oggi esposte alla venerazione in Cattedrale, fu un personaggio che cercò di unificare i popoli delle Alpi. I monti non dividono, neppure le alte catene montuose, non dividono ma unificano. Ne è prova una popolazione, i Walser, che appartiene al periodo seguente e che ha unificato, e che anzi si è specializzata ad abitare in alta quota, mettendo in comunicazione sia l’aldiquà, sia l’aldilà del displuvio delle Alpi. Ciò è avvenuto attorno al Monte Rosa, in una zona più occidentale rispetto al luogo dove ha operato San Bernardo. Il primo messaggio, quindi, è il seguente: San Bernardo è stato, potremmo dire oggi, uno dei patroni dell’Europa, l’Europa come comunità di popoli. Egli ha sostenuto l’amicizia, i legami tra i popoli e ha fatto in modo che anche i confini, persino le barriere naturali, non fossero muri che dividono, ma ponti che collegano. 2. Il secondo aspetto che viene ricordato di San Bernardo è quello più conosciuto popolarmente ed è riferito appunto al passo Gran e Piccolo San Bernardo. San Bernardo, infatti, ha tracciato alcune vie concrete per favorire l’unità fra i popoli, ha munito i percorsi di collegamenti, inventando gli ospizi, oggi noi diremmo le capanne o le baite, le abitazioni di alta quota. Tutti conoscono appunto ancora oggi i canonici sul passo del Gran San Bernardo. L’idea era di favorire i pellegrini e i commercianti che percorrevano le grandi vie che portano nei luoghi di pellegrinaggio, Roma, Gerusalemme e Compostela, ricchi e poveri che fossero, perché quando si è in cammino tutti hanno bisogno, e perché i pellegrini o i commercianti potessero essere accompagnati anche nei loro passaggi più impervi. È interessante perché l’intuizione spirituale di san Bernardo viene accompagnata da una mediazione pratica, per tracciare vie concrete di unità tra i popoli. L’idea di costellare le Alpi di posti di pernottamento (hospitalia), di luoghi di ristoro e di assistenza spirituale, dove poter interrompere il viaggio, per poterlo riprendere rifocillati, è una delle forme pratiche che hanno favorito la mobilità e unificato l’Europa. 3. E, infine, la terza sottolineatura che fanno gli storici è che San Bernardo fu un personaggio incarnato nel suo tempo. Si racconta una storia, come dire, molto romanzata, di lotta col diavolo, di lotta contro tutti gli elementi del male, in particolare la liberazione dei mali che minacciavano la vita  concreta delle persone: per esempio le cavallette che infestavano i raccolti della montagna e delle prime colline sotto le Alpi; ma più ancora tutti i pericoli della montagna che, nella simbolica del tempo, rappresentavano le avversità dell’attraversamento delle Alpi. San Bernardo fu un personaggio totalmente inserito nel suo tempo che, però, indicò al suo tempo quest’intuizione che poi si realizzerà con l’idea di Europa nel secolo appena spirato, il Novecento. fonte: http://www.webdiocesi.chiesacattolica.it/