Clivio, arrestate due persone a bordo di un SUV con targa svizzera
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- 11 settembre 2017 Valli e laghi
, 5 settembre.
Nel pomeriggio del 5 settembre scorso, personale della Polizia di Stato, unitamente a personale della Polizia Locale del Servizio Associato Monte Orsa, ha tratto in arresto di due persone a bordo di un SUV con targa svizzera nel comune di Clivio. Il controllo si inserisce all’interno di un’articolata attività di indagine avviata dalla Squadra Mobile della Questura varesina a seguito di una tentata rapina in danno di un distri...
, 5 settembre.
Nel pomeriggio del 5 settembre scorso, personale della Polizia di Stato, unitamente a personale della Polizia Locale del Servizio Associato Monte Orsa, ha tratto in arresto di due persone a bordo di un SUV con targa svizzera nel comune di Clivio.
Il controllo si inserisce all’interno di un’articolata attività di indagine avviata dalla Squadra Mobile della Questura varesina a seguito di una tentata rapina in danno di un distributore di carburanti in Svizzera nei pressi del confine con l’Italia, a San Pietro di Stabio, il 21 luglio scorso.
Nel corso dell’evento delittuoso gli autori hanno avuto la disponibilità di un’autovettura rubata il giorno prima a Cocquio Trevisago (VA).
Le indagini della Polizia di Stato, coordinate dalla locale Procura della Repubblica e eseguite in stretto raccordo con i corrispondenti organi della confederazione elvetica e della Polizia Locale Servizio Associato Monte Orsa Viggiù-Saltrio-Clivio, hanno consentito di acquisire elementi sufficienti per identificare i responsabili, soprattutto riguardo al furto dell’autoveicolo poi usato per tentare la rapina.
Da subito è stato identificato un uomo italiano di 65 anni originario della provincia di Como con a carico un mandato di cattura poiché evaso dalla Casa di Lavoro di Castel Franco Emilia durante un permesso per poi darsi alla latitanza.
Il complice, che aveva assicurato copertura durante il furto e durante la tentata rapina in Svizzera facendo da staffetta con la propria autovettura, è stato identificato per un cittadino svizzero di 53 anni, noto alla Polizia per importanti precedenti reati consumati in Italia.
Il pomeriggio del 5 settembre, pertanto, grazie al continuo scambio di informazioni tra gli agenti della Squadra Mobile e la polizia giudiziaria della Polizia Locale del Monte Orsa, nella cui area di competenza ci sono anche i valichi di frontiera, i due sono stati rintracciati in territorio italiano a bordo dell’auto “pulita” dello svizzero.
La professionalità dei poliziotti ha consentito di isolare l’auto da fermare chiudendo con le autovetture di servizio la pubblica via nei due sensi di marcia mentre personale specializzato dell’antirapina, in sicurezza, ha intimato ai due di scendere dal veicolo ormai bloccato.
Nel corso del controllo il latitante, privo di qualsiasi documento e consapevole della pendenza a suo carico, ha fornito false generalità al fine di sottrarsi all’arresto.
L’uomo è stato poi inesorabilmente inchiodato dalle impronte digitali nonostante avesse la pelle dei polpastrelli molto rovinata poiché intenzionalmente abrasa.
Al termine degli accertamenti di rito a carico delle due persone fermate sono stati assunti provvedimenti restrittivi della libertà personale.
Il latitante è stato arrestato in esecuzione dell’ordine di cattura emesso a seguito dell’evasione e per aver dichiarato false generalità.
Il cittadino svizzero è stato sottoposto a fermo, quindi associato al locale carcere, in ragione della gravità dei reati a lui imputabili e della palese volontà di sottrarsi alle sue responsabilità in quanto non forniva alcuna indicazione circa il suo reale domicilio in Italia o in Svizzera.
Gli arresti sono stati convalidati dall’Autorità Giudiziaria, pertanto i due sono ancora in carcere e non si esclude possano essere responsabili di altre azioni delittuose sulle quali si sta indagando.
L’impegno profuso dalla Polizia di Stato nel contrastare il fenomeno delle rapine ai confini tra Svizzera e Italia, in sinergia con la Polizia Locale dei comuni di confine, in questo caso con il Servizio Associato Monte Orsa, sta conseguendo importanti risultati sia sotto l’aspetto repressivo sia in termini di deterrenza. Sapere di essere scoperti e arrestati è il miglior modo per contrastare il fenomeno poiché non più conveniente. redazione Varese Press