Terremoto,fermate lo "spettacolo"

Questo spettacolo non deve andare avanti Genova, 27 agosto 2016. Nei luoghi del sisma arrivano in processione le figure istituzionali, che piangono, abbracciano i superstiti, promettono che non saranno lasciati soli. Responsabilità, bontà e impegno aleggiano sulle macerie e nel reality del dolore è protagonista la solidarietà. Nel frattempo, politici, giornalisti, associazioni ed esperti si passano il testimone e prospettano una pronta ripresa per i paesi ridotti in macerie. Se le parole foss...

Questo spettacolo non deve andare avanti Genova, 27 agosto 2016. Nei luoghi del sisma arrivano in processione le figure istituzionali, che piangono, abbracciano i superstiti, promettono che non saranno lasciati soli. Responsabilità, bontà e impegno aleggiano sulle macerie e nel reality del dolore è protagonista la solidarietà. Nel frattempo, politici, giornalisti, associazioni ed esperti si passano il testimone e prospettano una pronta ripresa per i paesi ridotti in macerie. Se le parole fossero mattoni... Nonostante i 280 morti, si parla, chissà perché?, di "miracolo civile" e intorno ai sopravvissuti, chi non è eroe, è presentato quantomeno come santo. La realtà, però, non è diversa dal consueto e i veri sciacalli si stanno fregando le mani in previsione della "ricostruzione". I media danno spazio a ciò che commuove l'opinione pubblica, ma evitano accuratamente - nonostante abbiano ricevuto appelli e comunicati al riguardo - di pubblicare informazioni sulle imminenti operazioni di "puntellamento", che richiederanno fondi per centinaia di milioni di euro. Come dice il proverbio, "cane non mangia cane". Restano dietro le quinte i veri problemi: la tragedia del sisma poteva essere evitata, perché le istituzioni conoscevano la condizione degli edifici e delle strade nei centri maggiormente colpiti dalle scosse telluriche. Ecco un passaggio del documento redatto dalla protezione civile in merito ai pericoli sismici nel comune di Amatrice: "Si deve rilevare altresì che l'edilizia abitativa e non del territorio comunale è per lo più risalente all'Ottocento. Gli interventi in cemento armato e la sua diffusione sono sicuramente riconducibili agli interventi realizzati dopo il 1960, pertanto il rischio sismico è alto e lo testimoniano i danni riportati dall'edilizia pubblica e privata causati dal sisma del 1979 e da ultimo del 2009 che interessò la città dell'Aquila". Tutti sapevano, ma nessuno, fra chi di dovere, ha agito e adesso tutti piangono di fronte alle telecamere e ai microfoni. Se vogliamo onorare i morti e difendere i diritti dei vivi, questo spettacolo non deve andare avanti.