Tradate, raccolta firme a sostegno dell'ospedale Galmarini

L'idea di organizzare un presidio volontario fuori dall’ospedale Galmarini di Tradate è partita dalle evidenti problematiche che si vivono quotidianamente in ospedale, dalle continue inutili e irritanti promesse di politici e dirigenti di Asst Varese e quindi dal desiderio comune di alzare la testa per cercare di far rispettare il sacrosanto diritto alla salute dei cittadini.

“Storie recenti che riguardano problematiche simili (ospedale di Luino, Angera ad esempio) ci hanno insegnato che la voce dei cittadini quando è urlata in massa può e deve essere ascoltata anche se l'evidenza può dimostrare che i giochi siano già fatti.

La politica e le direzioni aziendali hanno il dovere di ascoltare i propri cittadini”, ricorda Mauro Micheluzzi per il comitato Noi per il Nostro Ospedale.

L’art. 32 della Costituzione Italiana definisce la salute come “diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività”.

E’ solo facendo sentire la propria voce che i cittadini possono tutelare questo fondamentale diritto»

“Le denunce degli ultimi tempi in diverse specialità (cardiologia, medicina, oncologia, diabetologia, chirurgia, ortopedia, endoscopia), il sovraccarico di pazienti e le pessime condizioni organizzative per il pronto soccorso, le preoccupazioni per la partenza di alcuni medici per nulla mitigate dalla laconica risposta del direttore generale “Arriveranno altri bravi specialisti”.

L’insofferenza di alcuni specialisti che si sono visti revocare la fiducia conquistata sul campo negli anni passati, hanno fatto scattare la situazione di estrema emergenza.

La politica si è rivelata sorda rispetto a tutte queste problematiche. Tante promesse mai mantenute e la chiara volontà di ridimensionare i servizi offerti dal presidio ospedaliero di Tradate. Da qui la volontà di non rimanere più in silenzio e di cercare di alzare la testa rispetto ad una situazione che non potrà che peggiorare nei prossimi mesi.

Le scelte strategiche effettuate da Regione Lombardia hanno portato ad una preoccupante perdita di molte professionalità di assoluto riferimento per la popolazione e stanno progressivamente impoverendo gli ospedali varesini anche in termini di qualità dell’offerta sanitaria che spesso non risponde alle reali necessità dei pazienti, dei cittadini e della loro salute e non sempre denotano una reale valorizzazione del personale che si impegna e lavora.

Da un gruppo spontaneo di cittadini che ha a cuore il futuro del nostro ospedale è nata l'idea di organizzarsi per difendere e tutelare i diritti di tutti i pazienti e i cittadini che si rivolgono alle strutture sanitarie, affinchè possano essere forniti servizi sempre efficienti.

La prima manifestazione del 3 novembre è stata un vero successo ed ha contato l'adesione di centinaia di persone con circa 400 firme raccolte.

La salute è un bene prezioso per tutti e tutti dovrebbero difendere le istituzioni che se ne occupano, perché è ai cittadini che appartengono gli ospedali” conclude Micheluzzi.