“cannabis light”, dubbi del Min.Giulia Grillo

incertezza sulla cannabis legale

Il parere dell'attuale Min.Grillo getta scompiglio:

“Dato l’interesse generale, ai sensi dell’articolo 3.5.3 del Regolamento di funzionamento del Consiglio superiore di sanità, ritengo opportuna la pubblicazione del parere reso dal Consiglio superiore di sanità sulla c.d. “cannabis light”, in data 10 aprile 2018, ricordando che anche sui profili relativi alla liceità della vendita lo scorso 17 aprile il precedente Ministro ha chiesto un parere - ad oggi non ancora reso per i necessari approfondimenti istruttori - alla Avvocatura dello Stato e alle altre Amministrazioni competenti.”

 A livello personale non ho mai gradito e condiviso certi apprezzamenti sulla droga, cannabis compresa.
Diverso e' il caso per quanto riguarda l'uso terapeutico, per esempio nei casi di malati di tumore all'ultimo stadio e che per alleviare il dolore, prenderebbero e c'e' da capirli, qualsiasi cosa.

 Il dubbio per fortuna e’ arrivato dopo che i NAS, Comando Carabinieri per la Salute, ha portato il ministero a conoscenza del fatto che alcuni prodotti con etichetta “cannabis” o “cannabis leggera”, hanno al loro interno un principio attivo il cannabidiolo che combinato col delta9 tetraidrocannabiolo in percentuale dallo 0,2 allo 0,6% :La biodisponibilità di Thc anche a basse concentrazioni (0,2%-0,6%, le percentuali consentite dalla legge) non è trascurabile, sulla base dei dati di letteratura; per le caratteristiche farmacocinetiche e chimico-fisiche, Thc e altri principi attivi inalati o assunti con le infiorescenze di cannabis sativa possono penetrare e accumularsi in alcuni tessuti, tra cui cervello e grasso, ben oltre le concentrazioni plasmatiche misurabili; tale consumo avviene al di fuori di ogni possibilità di monitoraggio e controllo della quantità effettivamente assunta e quindi degli effetti psicotropi che questa possa produrre, sia a breve che a lungo termine

C'e' possibile pericolo per la salute, questo e' il rischio e giustamente lo Stato non può permettere la vendita a cuor leggero.
Cosa può succedere?
 “non appare in particolare che sia stato valutato il rischio al consumo di tali prodotti in relazione a specifiche condizioni, quali ad esempio età, presenza di patologie concomitanti, stati di gravidanza/allattamento, interazioni con farmaci, effetti sullo stato di attenzione, così da evitare che l’assunzione inconsapevolmente percepita come ‘sicura’ e ‘priva di effetti collaterali’ si traduca in un danno per se stessi o per altri (feto, neonato, guida in stato di alterazione)“.

A questo punto direte, ma finora non se n'era accorto nessuno prima dei NAS?
Il dibattito e' aperto a livello internazionale con valutazioni diverse ma in Italia la cannabis è inserita nella Tabella I (altamente additiva e soggetta ad abuso) e nella Tabella IV (sostanze incluse nella Tabella I raramente utilizzate nella pratica medica) della Convenzione Unica sugli stupefacenti del 1961. 

Cannabis

cannabis.pdf

Il giro economico e' importante e forse questo e' determinante rispetto alle precauzioni sulla salute? Si parla di 183 milioni di consumatori (2015) e coltivazione in 135 paesi.
In Italia e' stata data la possibilità di venderla in versione light, e c'e' la vendita pure online, https://www.easyjoint.it/shop-easyjoint/, anche se precisano: 

abbiamo scelto di non venderlo ai MINORI nel sito citato.

La situazione e' confusa, e ci saranno ricorsi  e contro-ricorsi sia tra chi vuole venderla che tra chi non vuole neanche sentirne parlare.