SARONNO, 6.10. 2018: CRONACA DI UN CONSIGLIO STRAORDINARIO

Il pubblico non mancava questa mattina nella sala riunioni del Palazzo Comunale, ma lo spettacolo ne meritava uno più numeroso. Andava in scena il Consiglio comunale urgente, con in discussione un unico punto: la proroga del Documento di Piano del PGT. Certo ci sono cose peggiori, a questo mondo, che essere informati in data 4 che in data 6 – sabato mattina – ci sarà consiglio. Anche se magari avevi programmato qualcosa, che so: una gitarella, o un pranzetto con gli amici. In ogni caso ci siamo affrettati ad andarci, anche perché la convocazione precisava, un  po’ terroristicamente, che in caso di mancato numero legale la riunione si sarebbe svolto la mattina dopo, nel giorno dedicato al Signore e al meritato riposo. Ma torniamo al punto in discussione. Il lettore che segue  le scarne vicende politiche cittadine potrebbe chiedersi come mai l’argomento non fosse stato affrontato nel Consiglio celebratosi solo pochi giorni fa. Si era trattato, semplicemente, di una svista. Svista dei funzionari o dei politici? In fondo poco importa: “non esiste nessuno/che non ha sbagliato una volta”, cantava Gianni Morandi in una canzone della nostra lontana giovinezza, che pure s’intitolava “non son degno di te”. Personalmente mi sentivo di quell’umore benevolo che tutto fa perdonare, ma a un certo punto, notato un certo tono burbanzoso di alcuni amici della giunta, ho fatto presente che almeno un cenno di scuse, per il piccolo incidente, avrebbero potuto farlo. Certo sarebbe stato prontamente accolto il gesto di fair play e subito restituito … ma qui è intervenuto da par suo il sindaco, il quale – altro che scusarsi! – si è messo a satireggiare (nel senso di ironizzare, ma un po’ più forte) sui consiglieri eletti dal popolo che trovano scomodo alzarsi il sabato mattina. Ora, questo discorso in astratto si può anche accettare, ma detto in nome e per conto di una maggioranza i cui consiglieri sono falcidiati a tal punto che si raggiunge a mala pena il numero legale (come nella scorsa  assise)  e i cui assessori sono assai sovente desaparecidos, mi è sembrato invero paradossale, anche perché il tono usato era quello della guerra senza prigionieri. Forse l’amministrazione cittadina non ha bisogno di un addetto stampa, ma di un addetto al bon ton.