Popolari divisi alle amministrative ma uniti per la Costituzione

Popolari ancora divisi alle amministrative, ma uniti nella difesa della Costituzione Abbiamo combattuto per quasi vent’anni per la ricomposizione dell’area popolare italiana tentando, prima, di ricostruire l’unità dei democratici cristiani a seguito della sentenza della Cassazione n.25999 del 23.12.2009, che aveva dichiarato: “ la DC non é mai stata giuridicamente sciolta” e, poi, con i vari movimenti organizzati e gli incontri promossi per l’unità dei popolari. Tappe significative sono state...

Popolari ancora divisi alle amministrative, ma uniti nella difesa della Costituzione Abbiamo combattuto per quasi vent’anni per la ricomposizione dell’area popolare italiana tentando, prima, di ricostruire l’unità dei democratici cristiani a seguito della sentenza della Cassazione n.25999 del 23.12.2009, che aveva dichiarato: “ la DC non é mai stata giuridicamente sciolta” e, poi, con i vari movimenti organizzati e gli incontri promossi per l’unità dei popolari. Tappe significative sono state quelle dell’appello di Rovereto ( 18 Luglio 2014) e la sigla del patto di Orvieto (28 e 29 Novembre 2015), dopo le quali si sarebbe dovuta costituire la Federazione dei Popolari italiani impegnata a dar vita ad un nuovo soggetto politico laico, democratico, popolare, liberale, riformista, europeista, trans nazionale, ispirato ai valori dell’umanesimo cristiano, inserito a pieno nel PPE da far tornare ai principi dei padri fondatori, alternativo al socialismo trasformista renziano e ai populismi estremi. Si è preferito da parte di alcuni la scorciatoia di un debole raggruppamento di ex combattenti e reduci, nata sulla base di aprioristiche e immotivate esclusioni, con la velleità malcelata di vecchi e consumati attori di tornare a recitare ruoli del tutto anacronistici e per certi versi patetici. Abortita l’ipotesi di una solida Federazione dei Popolari, l’imminenza delle elezioni amministrative di Giugno, non poteva che determinare le scelte per lo più opportunistiche dettate dalle situazioni oggettivamente diverse nelle varie realtà locali. Conseguenza inevitabile: la molteplice varietà delle alleanze a destra, a sinistra e al centro in solitaria testimonianza, sino al caso emblematico del sen Mario Mauro che, dopo aver sostenuto l’anno prima la candidatura di sinistra di Emiliano a Bari, si ritrova, in solitaria rappresentanza, insieme all’estrema destra a Roma per Giorgia Meloni Sindaco, giungendo a realizzare, in un solo colpo, il capolavoro della frantumazione del suo già fragile movimento-partito dei Popolari per l’Italia. Unica nota positiva in questo scenario di disgregazione complessiva, l’unità ritrovata dei Popolari nella difesa della sovranità popolare, della democrazia e nei valori della Costituzione repubblicana. Un’unità definita nel comitato dei Popolari per il NO al referendum, sorto a Roma il 1 Marzo scorso, contro il combinato disposto della pasticciata riforma del trio toscano Renzi-Boschi-Verdini e della legge super truffa dell’Italicum. Il comitato dei popolari per il NO affidato alla presidenza dell’On Gargani, che vede tra i soci fondatori tutti i diversi esponenti delle varie sigle e formazioni politico culturali dell’area popolare alternativa al renzismo, ha trovato la significativa adesione del prof. Massimo Gandolfini, coordinatore del comitato organizzatore del Family Day, il quale ha ribadito il suo NO al referendum di Ottobre nei giorni scorsi e lo riconfermerà nell’annunciata grande manifestazione che il Family Day ha programmato a Roma per Sabato 28 Maggio. Restano fuori, almeno a livello dei dirigenti, gli attuali esponenti del Nuovo Centro Destra di Alfano, che, con la loro scelta in appoggio alla legge Cirinnà sui diritti civili, hanno provocato una netta presa di posizione di rivolta dai e tra i loro, peraltro ormai esigui, sostenitori. Si può anche dar man forte come accoliti incoerenti alle politiche altalenanti del “giovin signore” fiorentino, dalle leggi conflittuali con “ i valori non negoziabili” dei propri elettori sino alla difesa di una Deforma della Costituzione e ad una legge elettorale in grado di consegnare tutto il potere ad “ un uomo solo al comando”, espressione di una minoranza, ma, alla fine, si rimane da soli, abbarbicati a un’effimera occupazione di scomode poltrone ministeriali. Ci auguriamo che da Milano, Roma, Torino, Bologna e dalle altre città in cui si andrà a votare a Giugno, giungano segnali di inequivocabile, netta lettura di ciò che sente il Paese, mentre ci prepariamo a costruire con tutte le forze democratiche residue, dei comitati unitari per il NO al referendum di Ottobre per la madre di tutte le battaglie, nella quale i Popolari italiani esprimeranno finalmente la loro unità, coerenti con gli insegnamenti dei padri fondatori: Sturzo, De Gasperi, Moro, Fanfani, Gonella, Rumor, Marcora, Donat Cattin, Bisaglia, Cossiga e i molti altri che hanno contribuito alla storia migliore della nostra Repubblica. Matteo Renzi ha voluto trasformare il prossimo referendum in una netta scelta di campo dei cittadini pro o contro la sua leadership: attendiamo fiduciosi il responso delle urne. Ettore Bonalberti www.alefopopolaritaliani.eu www.insiemeweb.net www.don-chisciotte.net Venezia, 13 Maggio 2016