Nuovi governi a Madrid e a Barcellona

La nuova Spagna parte in contemporanea: Sanchez ha giurato a Madrid da premier nazionale nello stesso giorno in cui in Catalogna si è insediato il nuovo governo di Quim Torra.

Il leader socialista Pedro Sanchez, il giorno dopo il voto di sfiducia a Mariano Rajoy, giura come premier al Palazzo Zarzuela e si reca immediatamente alla Moncloa, sede del governo, per mettersi subito al lavoro con la sua nuova squadra.
Pedro Sancez è un economista di 46 anni senza esperienze di governo e ha ottenuto il voto di 180 deputati con 169 contrari e un astenuto.
Nello stesso giorno a Barcellona giura anche il nuovo governo catalano di Quim Torra, dopo sette mesi di braccio di ferro con il governo centrale e "Questo governo accetta il mandato per formare uno Stato indipendente", ha dichiarato il presidente Quim Torra.
Il nuovo governatore Catalano lancia subito un appello al premier madrileno 
"Parliamo, assumiamoci entrambi dei rischi, sediamoci a un tavolo e parliamo, da governo a governo".
Con l’insediamento del nuovo governo la Generalitat della Catalogna recupera a partire da oggi il controllo amministrativo politico e finanziario sulla regione, che aveva perso alla fine di ottobre con l’applicazione dell’articolo 155 della Costituzione voluta dal governo di Madrid.


La nomina di Pedro Sánchez è conseguente alla sfiducia che il parlamento spagnolo ha votato con 176 voti su 350 al premier popolare Mariano Rajoy.
Pedro Sanchez, 46 anni, è il primo a giurare senza Bibbia e crocifisso ed è il settimo capo del governo spagnolo dopo il ritorno alla democrazia.
Il nuovo premier spagnolo promette di governare cercando il consenso e rassicura sul rispetto degli impegni con l’Unione Europea.
Rajoy si era difeso nel dibattito del Congresso ammettendo che "Ci sono stati corrotti nel Partido Popular, è vero, ma il Pp non è un partito corrotto" e ha affermato che "la corruzione è da tutte le parti".
Fabrizio Sbardella