Giorgio Piccolo si dimette da presidente di Comunità Montana

Mancano i numeri per approvare il rendiconto che alla fine passa lo stesso. “Al primo posto la tutela dei dipendenti”.

Il presidente Giorgio Piccolo, a seguito della mancanza dei voti sufficienti ha deciso di dimettersi dalla Comunità Montana.

Sulla presa di decisione ha prevalso la scelta etica della responsabilità, che di fatto assicura la vita all’ente, decretando la sua fine politica come guida dei 32 comuni che fra la Valcuvia e il Luinese si riuniscono in questo ente territoriale.

Dai banchi dell’opposizione era da più di un anno che arrivava la richiesta a contare di più, ed essere parte delle scelte.

«Anche dalla maggioranza (i rappresentanti sono tutti sindaci o delegati dei sindaci dei comuni che compongono l’assemblando ndr) mi è stato detto che non abbiamo tenuto conto delle richieste: chi necessitava 100 e ha avuto 80 si è lamentato. Chi chiedeva fondi non si è sentito accontentato. Questa sera si è sentito di tutto. La mia risposta è stata che Comunità Montana non è un bancomat».

Una volta valutati i numeri insufficienti per garantire la maggioranza, Piccolo ha richiamato l’attenzione dell’Assemblea «per l’approvazione del rendiconto 2017 per garantire la piena operatività dell’ente, per poter permettere l’emissione di bandi per le assunzioni, per poter prorogare i contratti di lavoro in scadenza, in particolare ala settore sociale. L’approvazione del rendiconto è quindi un atto di responsabilità». Per questa scelta è stato applaudito: «Me ne vado a testa alta».

Piccolo rimarrà in carica per sbrigare l’ordinaria amministrazione, fino alla nomina del nuovo presidente, che dovrà essere nominato dalle forse politiche. Fino ad ora la maggioranza era formata dall'asse Lega-Forza Italia più alcuni comuni che rappresentano liste civiche. Per il futuro l’asse di centrodestra potrebbe nominare la nuova guida della Comunità Montana, oppure cercare di seguire le richieste della minoranza con una guida che rappresenti tutte le forze politiche presenti nell’assemblea.

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