LETTERA APERTA AL SINDACO GALIMBERTI E AI CITTADINI DI VARESE

LETTERA APERTA AL SINDACO GALIMBERTI E AI CITTADINI DI VARESE Ho avuto l’onore di essere ricevuto dal sindaco questa settimana sul tema Alluvione 2009 Varese, fiume Olona. Innanzitutto lo ringrazio, perché è già la seconda volta che ci vediamo sull’argomento. Sono stato introdotto con una frase benaugurante “vede che solo la giunta di varese sta lavorando sulla questione”, e queste parole mi hanno fatto molto piacere. Per farla breve sullo stato attuale della nostra richiesta, e mi rivolgo in...

LETTERA APERTA AL SINDACO GALIMBERTI E AI CITTADINI DI VARESE Ho avuto l’onore di essere ricevuto dal sindaco questa settimana sul tema Alluvione 2009 Varese, fiume Olona. Innanzitutto lo ringrazio, perché è già la seconda volta che ci vediamo sull’argomento. Sono stato introdotto con una frase benaugurante “vede che solo la giunta di varese sta lavorando sulla questione”, e queste parole mi hanno fatto molto piacere. Per farla breve sullo stato attuale della nostra richiesta, e mi rivolgo in particolare a tutti gli interessati coinvolti dall’alluvione, a settembre 2010 il comune di Varese ha inviato alla Regione Lombardia un documento in cui ufficialmente riteneva chiusa la gestione di propria competenza, girando alla Regione stessa la responsabilità di distribuire i fondi ai cittadini. Ciò che ha fatto il Comune circa due mesi fa (dopo il mio primo sollecito) è stato inviare un promemoria al commissario straordinario di quell’evento in cui facendo riferimento al fax del 2010, chiede formalmente una risposta da inviare ai cittadini. La Regione ad oggi non ha risposto, e mi scuso per la battutaccia che mi è scappata sul momento:“sig. Sindaco, non ha il numero di telefono di Maroni? Non ha provato per caso a sentirlo di persona?”. Il sindaco, che ripeto ringrazio per la disponibilità, ovviamente in quanto di background avvocato ragiona per schemi a lui cari, ovvero risalire alla verità giuridica della questione e non potrebbe essere altrimenti. Come? Nel momento in cui la regione risponderà che i fondi non sono arrivati, e che quindi la calamità naturale può ritenersi chiusa cosi. Poi se troverà da buon giurista un appiglio bene, altrimenti il lavoro della giunta è finito con successo in questo modo. Non mi scandalizzo, la prima firma nel 2009 non l’ha messa lui. A dire il vero su un argomento non ci siamo trovati d’accordo. Alla mia domanda: “perché non divulgare l’argomento”, il Sindaco mi ha risposto convinto “mi creda, sarebbe controproducente per lei”. Ne era convinto, non mi prendeva in giro ne voglio sottintendere assolutamente questo. L’attuale sindaco è ragionevolmente convinto che divulgare l’argomento non produrrebbe lo stesso effetto di una conferenza indetta per pubblicizzare la nuova panchina dei giardini estensi, o il nuovo ennesimo progetto di unificazione delle stazioni, o della facciata dell’ex caserma, o di qualsiasi altro progetto di riqualificazione della città giardino che putualmente viene riesumato da ogni nuova giunta comunale (Stazione Unica = il Ponte sullo Sretto della città giardino). Semplicemente, non produrrebbe alcun effetto, ed è drammatico il concetto, se uno si sofferma a pensarci. Vorrebbe significare che siamo tutti un po’ stupidotti in quel di Varese. Sarà vero? Io non credo, e allora vorrei spiegare in concreto il mio pensiero: dichiarata la calamità naturale, ci dovevano essere i soldi per i cittadini che hanno subito i danni. Viceversa lo Stato doveva farsi da parte, e lasciare che i cittadini stessi potessero agire con i propri strumenti (assicurazioni, cause legali verso eventuali responsabili locali, evento per evento) per difendere i propri diritti e interessi. Invece il Comune e la Regione hanno deciso in autonomia, non costretti da alcuno, ad indire uno stato di emergenza attraverso la dichiarazione pubblica di calamità naturale paralizzando cosi ogni tentativo di rivalsa. E se anche fosse che nel 2009 per qualsiasi ragione i fondi non sono stati stanziati, mi sembra di capire che il medesimo soggetto giuridico (lo Stato Italiano) continui ad interagire con i medesimi cittadini attraverso le tasse. E allora il problema va gestito, affrontato e risolto. Troppo comodo dimenticarsene o aspettare il tempo necessario affinchè diventi più semplice cestinarlo. Lo Stato chiede ad ogni amministratore di azienda di responsabilizzarsi nel gestire il proprio ruolo come farebbe “un buon padre di famiglia”. Io da buon padre di famiglia negli ultimi 7 anni ho messo da parte la mia vita privata, per non perdere tutto. Non sono scappato, non ho risposto ai miei adempimenti “pratica chiusa rivolgersi al commissario straordinario della Regione Lombardia”. Ho sbagliato? Ditemelo voi. Se dovessi seguire l’esempio che mi è stato suggerito ieri, si! sono a tutti gli effetti un ipocelebrato: bastava una lettera, una comunicazione, ed era tutto risolto! Se ci avessi pensato prima…. Mi sarei potuto godere ben 8 anni della mia vita, i miei figli, mia moglie, i miei amici. Dormire la notte più serenamente, affrontare la vita con più entusiasmo. Magari da buon padre di famiglia il presidente della Regione Lombardia, nonché il sindaco di Varese, penseranno di dedicare qualche milione di euro, delle centinaia messe a preventivo in opere faraoniche, per rispondere degli impegni assunti in passato. Che ne dite, è un’idea? Si lo so, “pratica chiusa” per lo Stato vuol dire “arrangiatevi”. Alla mia società nel frattempo, cosi come alle altre centinaia di famiglie/aziende coinvolte, stranamente viene richiesto ugualmente di adempiere al saldo delle tasse. Dilungarsi ora in battute sarebbe facile, anche cadere nella demagogia. Io una soluzione, la potrei proporre. I nomi delle persone coinvolte dall’alluvione in Regione e in Comune sono noti: potrebbero usare lo stesso espediente che è stato usato in passato per elargire fondi a chi risultava più meritevole sulla stessa questione. Chi è risultato meritevole è già stato almeno in parte accontentato senza accedere al fondo alluvione. E’ già stato fatto, è legale, è perciò un’azione ripetibile. Però evidentemente agli occhi di Dio e della Regione Lombardia il concetto di meritevole è alquanto complesso. Finisco raccontando un dettaglio piuttosto interessante della politica nostrana. Per cercare di capirci qualcosa, in autonomia ho contattato la comunità europea. Gli ho semplicemente scritto se a livello di EU avrei potuto ricevere supporto. Mi è stato risposto sostanzialmente “certo, mi faccia sapere di che evento stiamo parlando e verifichiamo”. Ho ribattuto semplicemente: Alluvione-Varese-2009. Sono stato subito messo in difficoltà dalla successiva risposta…“ahh, Varese è in Veneto vero?”. Ho spiegato alla gentilissima funzionaria che ho la ragionevole certezza che Varese si trovi in Lombardia, al confine con la Svizzera. Qui è sorto un problema, perché mi è stato spiegato che l’italia non ha mai chiesto fondi per questa calamità naturale, ma che in quel medesimo periodo ne aveva chiesti per il Veneto (e mi hanno gentilmente inviato un elenco infinito di calamità naturali sulle quali l’unione europea ha fornito il suo contributo). Quindi, hanno concluso che non mi potevano aiutare in alcun modo, in quanto sarebbero potuti intervenire solo per fare chiarezza sull’effettivo utilizzo dei fondi stanziati a livello europeo. Ciò mi fa pensare che purtroppo, la risposta della regione lombardia sarà scontata… i soldi non ci sono, non ci sono mai stati, e se per una ragione a loro ignota si dovesse scoprire che un euro è arrivato, è stato speso per priorità assolute non di dominio pubblico. In partica: morte tua, vita mia. Un buon padre di famiglia