Le grandi opere sono inutili, dice Luigi Di Maio sconfessando il voto dei suoi sul contratto di governo giallo-verde.

Le grandi opere sono inutili, dice Luigi Di Maio sconfessando il voto dei suoi sul contratto di governo giallo-verde.

Contratto che su questi temi strategici aveva lasciato perlomeno quella necessaria dose di vaghezza utile a trovare uno straccio di compromesso. 

Non si capisce allora come, nell’ordine, i grillini iscritti a Rousseau, la Lega che del contratto è l’altro contraente, il Colle che vigila sull’accordo, i partiti in attesa di capirci qualcosa in Parlamento, i mercati, gli investitori istituzionali e internazionali che danno pessimi segnali visto l’andamento della Borsa, e soprattutto l’Unione Europea, possano dare credito a un candidato premier che dice e si contraddice, e che per questo con ogni probabilità non farà il premier.

Il 5stelle è una forza inaffidabile. Di Maio sostiene che andrà a parlare con Macron della Tav, non è chiaro in quale veste, ma dall’Eliseo filtrano stupore e preoccupazione per la volontà tutta italiana di buttare a mare un’opera che vale miliardi di euro. Il tema non sono solo i rapporti bilaterali tra noi e i cugini d’Oltralpe bensì, ancora una volta, la totale incompetenza mostrata da chi pretende di guidare il nostro Paese e non sa che quelle “opere inutili” sono nodi intermodali irrinunciabili di una Europa sempre più interconnessa. Né si capisce, per tornare alla politica di casa nostra, come potranno mai accettare questa sceneggiata i governatori (leghisti!) delle Regioni del Nord, che delle grandi opere hanno bisogno per ancorare la parte più avanzata del Paese alla Ue e al resto del mondo globalizzato.

Salvini risponde a Di Maio che il contratto va rispettato ma è sempre più dura seguire il vorticoso giro di bozze degli ultimi giorni, la totale confusione che regna sull’accordo. Una cosa invece appare chiara. Sta tramontando, male, quel centrodestra unito dall’idea che la crescita di fa con gli investimenti. Sta tramontando il destino di una coalizione che sulle infrastrutture in passato si è dimostrata capace di opporsi al partito del blocchiamo tutto – il partito dei giudici e della sinistra a loro asservita – dilagante in Italia. E che con i grillini al potere diventerà dominante.

E’ possibile che visti i presupposti il governo gialloverde duri il breve volgere di una stagione, ma nel malaugurato caso in cui le proposte grilline in materia di investimenti pubblici e di politica industriale (sul blog delle stelle si inneggia alla chiusura dell’Ilva) dovessero concretizzarsi è chiaro che il centrodestra dovrà darsi subito una nuova ragione sociale. 


Una volta che sarà chiaro come i grillini hanno gabbato gli italiani avremo di nuovo bisogno di forze con esperienza di governo e di una politica competente per ricostruire il nostro Paese. 


Non c'è dubbio che i grandi partiti e la politica italiana negli ultimi anni abbiano commesso gravi errori spalancando le porte a 5 Stelle. Prima inizieremo a lavorare per raddrizzare la rotta, prima diremo la verità agli italiani sul futuro di declino e povertà che ci aspetta con leader "amici del popolo" come Di Maio, prima offriremo una alternativa credibile per la guida del Paese, meglio sarà per tutti.



antonio russo