Lara Comi,al via la Guardia costiera

Finalmente l'Europa dei fatti: al via la Guardia costiera e di frontiera europea. Dalle parole ai fatti. Sul fronte migranti, finalmente, l'Unione Europea, grazie soprattutto alle puntuali sollecitazioni del Parlamento Europeo e del gruppo del Partito Popolare Europeo, ha avviato in pochi mesi quello che si richiedeva da tempo: un controllo mirato e puntuale dei mari, al fine di monitorare e scoraggiare -dove possibile- l'afflusso di profughi. 1500 guardie di frontiera, coordinate da un'appos...

Finalmente l'Europa dei fatti: al via la Guardia costiera e di frontiera europea. Dalle parole ai fatti. Sul fronte migranti, finalmente, l'Unione Europea, grazie soprattutto alle puntuali sollecitazioni del Parlamento Europeo e del gruppo del Partito Popolare Europeo, ha avviato in pochi mesi quello che si richiedeva da tempo: un controllo mirato e puntuale dei mari, al fine di monitorare e scoraggiare -dove possibile- l'afflusso di profughi. 1500 guardie di frontiera, coordinate da un'apposita Agenzia, messi a disposizione dei singoli Stati, daranno finalmente più ordine alle nostre frontiere, dove fino ad oggi dominavano trafficanti e delinquenti. Non solo: quegli stati che non opereranno con efficacia nel controllo dei mari, potranno essere temporaneamente esclusi da Schengen. La nuova Agenzia europea per la guardia costiera e di frontiera, operativa da settembre, riunirà la precedente struttura Frontex e le autorità di gestione delle frontiere nazionali. Questa è l'Europa che ci piace, concreta ed operativa, che non lascia sola i Paesi più esposti nell'affrontare uno dei fenomeni più complessi e drammatici degli ultimi anni. Spazio virtuale più protetto da attacchi e minacce. In un mondo sempre più connesso, la sicurezza della reti rappresenta un'assoluta priorità da perseguire su ogni fronte. E' questo il mandato votato dal Parlamento Europeo che ha adottato in via definitiva il primo pacchetto di regole sulla sicurezza informatica. Migliorare le capacità di sicurezza informatica a livello nazionale; aumentare la cooperazione a livello continentale; valutare rischi ed obblighi in capo agli operatori di servizi sensibili (energia, trasporti, salute e finanza) e a quanti lavorano nel settore. Sono queste le indicazioni dell'Europa, che ora ogni paese membro dovrà attuare con specifiche indicazioni. Le misure renderanno piu' sicure le aziende, pubbliche e private, che dovranno attrezzarsi per rispettare i nuovi standard comuni; la nuova normativa mette ordine nella selva di regole nazionali e colma un vuoto laddove invece non ce n'erano. Si tratta di un importante traguardo: per le imprese, che si vedranno più protette da intrusioni ed attacchi; per i nostri Paesi, in termini di sicurezza e protezione nazionale. Innovazione e sviluppo: nuove sinergie tra fondi strutturali e orrizonte 2020 In questi anni sono stati molteplici i programmi messi in campo dall'Europa sul fronte innovazione e sviluppo. Pensiamo ai fondi strutturali e di investimento europei, Orizzonte 2020 e alle altre iniziative dell'UE a sostegno dell'innovazione. Anche le risorse messe in campo, quasi 80 miliardi di euro, sono certamente significative. A noi però questo non basta: l'Europa avrà un futuro se i protagonisti della nostra terra, artigiani, PMI, industrie, società di ricerca e formazione, potranno contare su crescenti opportunità per gareggiare in un mercato sempre globalizzato e competitivo. Per questo occorre coordinare in modo più sistematico ed efficace tutte le misure, massimizzando energie e risorse, con un rinnovato protagonismo delle regioni e degli Stati membri al fine di identificare e generare opportunità. Questo è il senso della risoluzione comune in discussione presso il Parlamento Europeo. Solo creando interazioni concrete tra strategie d'investimento e interventi, potremo incidere in maniera significativa sull'economia, garantendo in tal modo un maggiore impatto dei fondi. Una politica di sicurezza comune? Attendo il vostro parere! L'Europa dovrà dotarsi di una politica di difesa comune? E' questo il tema del provvedimento di cui sarò relatrice nel prossimo mese di settembre al Parlamento Europeo. Ed è questa la domanda che anche a voi rivolgo: volete un'Europa dove, anche in termini di sicurezza, ci sia una un'unica strategia? Secondo molti analisti, l'attuale contesto geopolitico richiederebbe un generale rafforzamento nei settori sia della sicurezza esterna ed interna, anche con la creazione di un esercito europeo e l'ottimizzazione di investimenti e spese di ogni singolo Paese, con cessioni di sovranità a vantaggio dell'Europa. Non si tratta dunque di decidere su uno dei tanti settori che caratterizzano le attività dei vari Governi; piuttosto saremo chiamati a stabilire, per quelle che sono le competenze attuali del Parlamento Europeo, su quale idea di Europa vogliamo scommettere per i prossimi decenni. É e sarà una scelta di sistema. Per questo aspetto il vostro contributo: scrivetemi a info@laracomi.it! Faremo un'ulteriore passo, insieme, verso quell'Europa che vogliamo e in cui crediamo.
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